I bambini? Lasciateli sognare!
I sogni son desideri!… Ma cosa significano? Qual è la funzione del sognare? E che succede nella mente di un bambino quando dorme?
di Carlo Alfaro
Guardare un bambino dormire è un’emozione pura e intensa… Quanto ci piacerebbe entrare in quel momento nella sua mente e leggere i suoi sogni, per capire meglio il suo mondo!… Proviamoci insieme…
Il ciclo del sonno. I sogni si verificano nella fase REM (Rapid Eye Movements) del sonno, o sonno desincronizzato, che si distingue dall’altra fase del sonno, il sonno Non REM o sonno sincronizzato, che va dalla sonnolenza al sonno leggero sino all’inizio del sonno profondo. Il sonno NREM e il sonno REM si alternano ciclicamente durante il riposo. Nella fase REM il cervello manifesta un’attività elettrica molto intensa, mentre il corpo è in stato di profondo rilassamento muscolare (sonno profondo).
Perché è importante sognare. A chiarire perché si sogna fu Sigmund Freud, che definì l’attività onirica come “la via regia che conduce all’inconscio”, in quanto intuì che attraverso i sogni il nostro inconscio trova modo di comunicare alla nostra coscienza messaggi importanti: ricordi, paure, disagi, conflitti, aspirazioni, desideri, esigenze, problematiche, una realtà emotiva interiore di cui spesso non siamo pienamente consapevoli, che il sogno ci restituisce in forma di “simboli”.
Nel bambino, a questa funzione fondamentale se ne aggiunge un’altra: consentire lo sviluppo del sistema nervoso, attraverso organizzazione della capacità cognitiva, della memoria visiva e delle proprietà linguistiche. Dunque, nel bambino sognare assolve una duplice funzione: psicologica (come nell’adulto) e intellettiva.
La funzione psicologica consiste nel fatto che attraverso l’attività onirica il bambino crea una realtà virtuale che gli permette di interpretare la realtà esterna e il suo mondo interiore rielaborandone in modo fantastico immagini, suoni, emozioni: i sogni lo fanno entrare direttamente a contatto con il suo universo emotivo, fatto di desideri, entusiasmi, pulsioni, tensioni, paure, angosce.
La funzione intellettiva consiste nel fatto che sognare aumenta le capacità cognitive del bambino, potenziandone velocità di apprendimento, attenzione e linguaggio, grazie alla creazione nel cervello di nuove connessioni nervose senza l’interferenza di altri percorsi mentali che lo distraggono da sveglio o nel sonno leggero. Non a caso, data la duplice funzione dei sogni, per tutta l’infanzia il bambino sogna molto più e con più vivacità dell’adulto.
I sogni nella vita prenatale. I bambini iniziano a sognare molto precocemente: gli studi hanno addirittura dimostrato che il feto sogna già dalla 23esima settimana. Il feto a partire dai 7-8 mesi di gravidanza trascorre circa i due terzi del tempo sognando. Questo può sembrare assurdo dato che ancora non esistono esperienze, ricordi, desideri, aspettative, però non dobbiamo dimenticare che il feto è in grado di percepire stimoli dal mondo esterno, come il suono del respiro e del battito cardiaco della madre, le intonazioni delle voci, la musica, le prime sensazioni tattili, olfattive e gustative.
I sogni dei neonati. Nei neonati prematuri la fase REM occupa quasi il 100% del tempo di sonno, nei neonati a termine il 50%, poi diminuisce gradualmente durante la crescita fino al 20% degli adulti. Si ritiene che un neonato che dorme 18 ore sogni in media 8 ore.
Anche nei neonati i sogni rielaborano le emozioni della vita da svegli, sia di disagio, come la fame o il pannolino sporco o una colichetta, sia di piacere, come la suzione del latte, e possono verificarsi persino incubi, espressione dell’angoscia di non essere ascoltati, dal momento che realizzano la loro condizione di totale dipendenza dagli adulti.
Funzione del sogno, già a questa età, è l’interpretazione, la memorizzazione e la presa di coscienza delle esperienze: il sogno è la prima “officina” di memorizzazione e apprendimento della realtà. Si ipotizza che durante il sogno il neonato consolida quelle tracce che gli stimoli esterni e le prime esperienze lasciano nel suo cervello, come se il sogno fissasse le esperienze vissute come immagini durature. L’attività onirica genera così una prima organizzazione della massa caotica delle informazioni che raggiungono il cervello del neonato durante il giorno, contribuendo al normale sviluppo.
I sogni dei bambini fino a 5 anni. Durante la crescita, nel sonno, il cervello consolida ed elabora memorie provenienti dalle esperienze che si succedono nel corso di una giornata. Il sogno occuperebbe un vasto spazio del sonno infantile proprio perché, in quelle lunghe ore, nel cervello vengono rafforzate le associazioni linguistiche, le immagini visive, i collegamenti tra esperienze diverse.
Secondo Freud, i sogni della prima infanzia, fino a 5 anni, sono “chiari, brevi e coerenti”. Il loro contenuto è di solito “trasparente”, scevro di emozioni: l’adempimento di un desiderio diurno, il soddisfacimento di un bisogno come la fame e la sete, la copia fedele di vicende familiari e scolastiche. Protagonisti sono i genitori e gli altri familiari, i compagni di gioco, gli animali domestici, i personaggi dei cartoni e delle favole.
Già dai primi anni il bambino può avere degli incubi, o dei sogni ricorrenti, che possono riflettere un problema che non riesce a superare. Tutte le cose nuove e strane, che il bambino non riesce a capire nel loro reale significato, creandogli paura, tensione, preoccupazione, nel sogno vengono rielaborate, rivissute, esasperate e alla fine superate e ridimensionate: “è solo un sogno”.
I sogni dopo i 5 anni. È solo dalla terza infanzia (5-11 anni) che inizia a strutturarsi il sogno simbolico, espressione di messaggi dal mondo dell’inconscio, come avviene nell’adulto. Man mano che i bambini crescono, i sogni diventano sempre più lunghi e complessi. Il protagonista del sogno è spesso il bambino stesso, assieme ai suoi coetanei o ad altre figure della quotidianità, e compaiono scenari variati e storie compiute, che rispecchiano la migliore conoscenza dell’ambiente durante la veglia, mentre il contenuto si fa più pieno di affettività ed emozione. Compaiono figure spettrali o soprannaturali, spesso mutuate da cinema, tv, videogiochi. Eventi scolastici e sportivi sono frequenti nei sogni di questa età. Talvolta ci sono scene di paura, espressione della maggior complessità della vita che si deve affrontate con la crescita, e delle ansie, difficoltà o preoccupazioni che ciò genera.
Il significato dei sogni dei bambini. “I cattivi”: mostri, uomini neri, streghe, esseri spaventosi, ladri penetrati in casa, sono di solito proiezioni della figura di un adulto, che il bambino ha percepito essere aggressivo con lui o con qualcun altro, e del cui potere e autorità ha paura (es. madre che urla e minaccia, genitori che litigano, insegnante severo).
Il sogno può anche esprimere la paura di crescere e perdere l’amore delle figure di riferimento, o l’insicurezza derivante dal timore di non saper controllare le proprie pulsioni istintive (in tal senso, il mostro è un suo alter ego, la sua “parte cattiva”, che nel sogno esprime istinti tenuti a freno nella quotidianità). Spesso la strega in particolare indica tensioni e conflitti con la mamma.
“Cadere”: la spiacevole sensazione di cadere testimonia insicurezza per una situazione avvertita dal bimbo come precaria (es. cambio di casa o di scuola, conflitti in famiglia, problemi economici) oppure un senso di mancanza di stabilità per l’accumularsi di troppi impegni quotidiani, un caos nell’organizzazione dei programmi della giornata, un accavallamento di molte cose insieme.
“Insetti”: testimoniano spesso la paura di un cambiamento improvviso, come l’arrivo di un fratellino o il trasferimento di casa o scuola, o dell’arrivo di qualcosa di inaspettato come la malattia di una persona cara, o della perdita di punti di riferimento importanti, come la separazione dei genitori. il sogno potrebbe riflettere una sensazione di perplessità e di essere travolto.
“Volare, avere poteri magici”: il bambino potrebbe star vivendo una situazione di pressione o preoccupazione o sente che deve affrontare una scelta o un cambiamento che lo spaventa, o che vive come una sfida. “Volare” permette ai bambini di sottrarsi a situazioni che vivono come pesanti o costrittive, rappresenta infatti un desiderio di fuga ma anche la sensazione di poterne uscire con le proprie forze. La perdita di una persona o un animale caro, problemi coniugali o economici in famiglia, un fratellino che richiede cure speciali, difficoltà scolastiche o di relazione, possono rappresentare delle sfide che mettono i bambini sotto stress e il sogno di poter volare rappresenta il desiderio di evitamento, ma anche la sensazione di avere l’intelligenza, l’immaginazione e il coraggio di risolvere grazie alle proprie personali capacità e abilità.
“Giocattoli e animali buoni che diventano cattivi e pericolosi”: il sogno rivela insicurezza nei confronti delle figure di attaccamento (genitori, parenti, insegnanti, amici, animali domestici) o anche di situazioni e luoghi, che il bambino considera buoni e sicuri, ma che a volte si manifestano inspiegabilmente dure e ostili, diventando ambigue o ambivalenti. Il bambino potrebbe star affrontando qualcosa che non riesce a decifrare bene: il compagno di giochi che a volte è sleale o un comportamento ambivalente dei genitori che lo confonde e destabilizza.
“Essere inseguito o attaccato da un animale cattivo e feroce”: esprime una situazione negativa, di stress, paura, tensione, o la presenza di una persona aggressiva che spaventa il bambino nella vita reale, es. qualcuno che lo importuna in famiglia o a scuola.
“Essere nudo in pubblico”, o vestito in maniera inappropriata, es. in pigiama a scuola: esprime un senso di “esposizione”, di fragilità, di insicurezza, per esempio ansia da prestazione rispetto a situazioni difficili che creano agitazione (primo giorno di scuola, una gara sportiva, l’arrivo della pagella, interrogazioni, esami, recita, analisi, cambiamenti, ecc.).Può indicare più in generale un sentimento di vergogna e vulnerabilità nei confronti del mondo esterno, la paura dello sguardo altrui, il timore di non essere accettato.
“Essere paralizzato”, intrappolato, incastrato, non riuscire a muoversi o a correre e fuggire: indica che il bambino sente inquietudine e ansia per situazioni difficili o scomode che non riesce ad affrontare e risolvere o per le quali si sente inadeguato, o che non riesce a spiegarsi perché non si è lasciato convincere da rassicurazioni verbali che avverte diverse dalla realtà (es. dire a un bambino che fra mamma e papà va tutto bene mentre lui continua ad assistere a discussioni), o anche che il bambino non si sente all’altezza delle aspettative dei genitori.
Come si affrontano i sogni dei bambini. Anche se tutti i bambini sognano, sin da piccolissimi, prima dei tre anni non hanno la capacità di raccontare i loro sogni. Nei neonati e nei bambini piccoli, possiamo immaginare cosa stiano sognando dalle espressioni del volto che tradiscono le emozioni, o dai versi che emettono. A circa 3 anni i bambini iniziano a raccontare occasionalmente i loro sogni, ma spesso la fantasia del racconto e il sogno reale s’intrecciano in modo inconsapevole. Un bambino piccolo stenta a cogliere le differenze che separano la realtà onirica da quella diurna. Man mano che crescono, la capacità di ricordarli diventa maggiore, ma alcuni bambini sono gelosi di riferire i propri sogni. Sarebbe bene abituare i bambini a parlare ogni giorno di cosa hanno sognato, magari durante la colazione o un momento piacevole della giornata.
Parlando dei sogni e degli incubi avremo informazioni sul loro inconscio e potremo aiutarli a superare una difficoltà che li preoccupa. Chiedere loro di disegnare l’oggetto dei propri incubi è un altro modo per rendere superabili quei momenti così spaventosi, e fornisce l’idea di poterli controllare e razionalizzare.
Non è necessario però condividere col bambino l’interpretazione dei suoi sogni, è importante solo farlo parlare, facendogli capire che si tratta di costruzioni della mente anche divertenti, di cui si può discutere proprio come quando si parla dei libri o dei film che ha visto, chiarendogli che può sempre comunicare liberamente le proprie emozioni, che con i genitori può sentirsi sempre sicuro, e che loro sono interessati ad ogni sua esperienza.
Per incoraggiarlo a parlare, si può raccontare anche qualcosa dei propri sogni. Parlare dei sogni, svuotandoli dell’angoscia che possono contenere, senza interpretarli, aiuta a valorizzare il sogno e il sonno, e a non averne paura, confermandogli che i sogni non sono reali e che si può sentire al sicuro nel suo letto. Dai sogni raccontati dal bambino i genitori possono poi cercare di capire se il bambino è turbato da programmi televisivi o film o video in rete inadatti per lui, o vive un eccesso di emozioni dovute a situazioni relazionali difficili come litigi in famiglia o distacchi affettivi, o si confronta con persone che gli creano tensione o difficoltà.
Il medico pediatra e adolescentologo sorrentino Carlo Alfaro. Classe 1963, il dottor Alfaro è Dirigente Medico di Pediatria presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi, componente della Consulta Sanità del Comune di Sorrento, Consigliere Nazionale della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA) e Responsabile del Settore Medicina e Chirurgia dell’Associazione Scientificò-culturale SLAM Corsi e Formazione.
Per passione Carlo Alfaro è giornalista pubblicista, direttore artistico, organizzatore e presentatore di eventi culturali, attore di teatro e cinema, poeta pubblicato in antologie, autore di testi, animatore culturale di diverse associazioni sul territorio.
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