Caiazzo. Caserma persa: le istituzioni ‘nicchiano’ ma la polemica tiene banco, ben rintuzzata dall’avvocato Insero jr.
Non accenna a placarsi lo sdegno dei caiatini per la fine (ignobile per molti di loro, “nobilissima” per i ruvianesi)della vicenda inerente il controverso trasferimento a Ruviano, ormai in atto, della stazione Carabinieri, nonostante i maldestri tentativi -di cui si vocifera- di qualche professionista del lecchinaggio, secondo il quale non ci sarebbero colpevoli, trattandosi delle mere conseguenze della “spending review”, come se nulla costasse lo stesso trasferimento né tampoco l’adeguamento strutturale dell’ex scuola ruvianese né la doppia progettazione e la costruzione in Caiazzo di ben due nuove caserme: una avviata nell’ex macello e poi abbandonata per carenza di requisiti (prima riconosciuti: da chi, su quali basi, chi paga?); l’altra ormai imminente.
A rigirare il coltello nella piaga, ormai incancrenita per quanti finora spavaldamente assicuravano la permanenza della stazione in Caiazzo, ci pensa l’avvocato Amedeo Insero, consigliere comunale di minoranza che ricorda di aver sempre sostenuto, seppur con rammarico, che la strada scelta dall’amministrazione comunale non poteva che portare a questo risultato, cioè a perdere la caserma, peraltro spendendo (finora) decine di migliaia di euro per una inutile difesa legale.
Il tutto sebbene lo stesso legale del Comune abbia inteso confutare a oltranza la deficitaria analisi dell’avvocato Insero, sostenendo con fermezza di aver vinto l’appello ovvero che comunque grazie ai risultati ottenuti la caserma da Caiazzo non si sarebbe mossa, essendo stata di fatto già riconosciuta la fondatezza delle sue obiezioni.
Smacco doppio per i contribuenti caiatini (cui verrà imputato il conto) e per gli elettori che -rimarca sempre l’avvocato Amedeo Insero- avevano creduto a Giaquinto quando, nel corso della campagna elettorale, aveva promesso dai palchi che, se eletto, l’indomani si sarebbe recato dal prefetto per risolvere finalmente il problema, evidentemente imputato al solo predecessore e non anche a chi lo aveva preceduto cioé a lui stesso e così via a ritroso almeno per qualche lustro.
Doppia beffa per gli stessi contribuenti, essendo in atto ancora altre controversie con il Comune il Ruviano, ovvero con il suo sindaco, e pare anche contro i vari responsabili di Benemerita e Prefettura, cui in seguito potrebbero aggiungersi i risarcimenti rivendicati da quanti ingiustamente coinvolti oltre che ovviamente le spese da sostenere per i vari giudizi, non solo per la difesa ma anche le vere e proprie spese giudiziarie, solitamente accollate ai soccombenti.
Tutto ciò sebbene in tempi non sospetto l’ex sindaco Nicola Sorbo abbia prodotto un circostanziato esposto, dal quale, oltre a trasparire una grossa truffa ai danni della Comunità Europea, giacché il Comune di Ruviano aveva ottenuto due cospicui contributi comunitari per la ristrutturazione di plesso scolastico con tale destinazione espressamente vincolata per vari decenni) e quindi prodotta allo stesso Giaquinto che intanto era diventato sindaco, la delibera con la quale solo in seguito il Comune di Ruviano aveva chiesto il cambio di destinazione d’uso: cio a riprova che, fino alla sua eventuale concessione, la denuncia di Sorbo era fondatissima e sarebbe bastato sostenere quella per spuntarla, senza spendere soldi, oltretutto per fare, alla fine, un clamoroso buco nell’acqua.
Superfluo rimarcare che in occasione della conferenza stampa indetta presso il Comune di Ruviano per ufficializzare la consegna ai Carabinieri della nuova stazione e la stipula del contratto (non per soli due anni, come avrebbe asserito Giaquinto, ma dodici cioè sei in comodato d’uso rinnovabili per altri sei ad eventuale titolo oneroso) né il sindaco né il suo difensore abbiano ritenuto di intervenire o far intervenire un giornalista di loro fiducia, a sostegno delle ragioni finora sostenute con fermezza.
Conferenza stampa, per la cronaca, poi saltata (a quanto trapelato, per indisponibilità dei “forestieri” a confrontarsi con la stampa), circostanza ovviamente ignota per tutti e che comunque non avrebbe potuto impedire un sereno confronto coi contro-interessati caiatini che, vox populi, con la loro assenza, hanno di fatto riconosciuto la resa, incondizionata o “solo” non dignitosa?
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