Caiazzo. Opere Pie ‘decapitate’ dall’Anticorruzione e sindaco sanzionato: bufera celata dalla civica amministrazione?
Dopo aver riflettuto per tutta la notte sull’opportunità di segnalarvi una situazione tanto deflagrante per Caiazzo, che (almeno a parole) tutti amiamo, e in particolare per alcuni suoi personaggi – segnatamente per alcuni componenti il Consiglio di Amministrazione delle Opere Pie Riunite, tutti nominati personalmente dal sindaco-, alla fine ho compreso che criminale potrebbe essere tacere ancora sulla delicatissima vicenda che da alcuni giorni immagino assilli non solo i consigliere delle Opere Pie e soprattutto il suo presidente, ma anche lo stesso sindaco Stefano Giaquinto.
Anche se dall’albo pretorio comunale nulla al riguardo sembra evincersi, infatti, posso assicurarvi che è stato notificato al Comune un provvedimento con il quale l’Autorità Nazionale Anti Corruzione ha sancito l’illegittimità dell nomina del presidente e anche quella di un componente del citato Consiglio di Amministrazione decretando pertanto la revoca “ab origine” del primo (quindi l’implicita nullità di ogni atto finora adottato) e subordinando per l’altro l’eventuale legittimità della sua nomina alla rinuncia, a strettissimo giro, ad altro incarico, peraltro oneroso, cioè retribuito, a lui affidato dallo stesso Comune, cioè dallo stesso sindaco, quindi anche alla restituzione di quanto finora percepito?
Proprio come ripetutamente contestato dalla minoranza, a quanto pare snobbata quale “vox clamantis in deserto”!
Ma non è tutto perché gli effetti del drastico provvedimento “anticorruttivo” si estenderebbero anche alla figura del Sindaco, ovvero delle sue qualità, essendone prevista la sospensione che, sia pure per tempo limitato, comporterebbe implicitamente la sua sospensione dai pubblici uffici.
Per conseguenza di tutto ciò un nuovo commissariamento potrebbe profilarsi all’orizzonte, con incalcolabili danni per la comunità in particolare se, a causa delle gravissime irregolarità -invano segnalate a tempo debito dalla minoranza- il Comune avesse perso anche il diritto di nominare il Consiglio di Amministrazione per le Opere Pie, già commissariate per inadempienza dalla Regione.
Dulcis in fundo, essendo il segretario comunale anche referente “d’ufficio” dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione, si profilerebbe una denuncia per falso per quanti, nonostante gli “allerta” della minoranza, al fine di ottenere per sè o per terzi un indebito beneficio -economico o meno, poco rileva- avessero dichiarato il falso ovvero indotto terzi a compiere falsi atti pubblici e dar loro seguito come se avessero tutti i prescritti crismi della legalità.
E scusate se è poco…
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