Caiazzo. Guerra fra supermercati, ennesima stangata per il Decò: ma al Comune chi tutelavano?
Non aveva tutti i torti, evidentemente, chi immaginava che sarebbe stato divulgato solo dopo Pasqua
il nuovo responso del Consiglio di Stato circa la guerra giudiziaria fra supermercati e Comune, certo non per favorire lo smaltimento di eventuali scorte, ma evidentemente a causa del troppo lavoro, cioè per tutt’altro “smaltimento”.
É stata depositata giovedì 26 aprile infatti la sentenza, inerente l’udienza del 26 marzo, con cui il Consiglio di Stato oltre a ribadire quanto già sancito circa la destinazione agricola semplice dell’area su cui insiste la struttura che ospita il supermercato Decò, come sempre eccepito dal concorrente Golden Market, ha anche condannato i ricorrenti al risarcimento delle controparti, come si evince dal seguente dispositivo di sentenza, scaricabile integralmente cliccando sulla foto.
Circostanze che, secondo esperti, fan temere effetti devastanti per le casse comunali e probabilmente anche penali per chiunque eventualmente (evidentemente?) avesse operato con insufficiente diligenza nel proprio ambito professionale.
Prima che l’estenuante controversia giunga all’epilogo, però, ancora tanta acqua dovrà passare sotto i proverbiali ponti atteso che, nelle more dell’attuale decisione, “pende” al TAR altro giudizio, stavolta proposto da Golden Market, circa il condono edilizio e la licenza commerciale recentemente concessa al Decò dal Comune, vertenza che, nel migliore dei casi, potrebbe essere trattata prima delle ferie estive e ovviamente, qualunque sia il suo l’esito, è ipotizzabile un nuovo prosieguo al Consiglio di Stato, nel pedissequo rispetto dell’adagio a mente del quale “non c’è due senza tre”: nel bel paese anche per il responso del Consiglio di Stato, essendo difficile ipotizzare che, preso atto della definitiva pronuncia circa la destinazione agricola del sedime, gli stessi preposti comunali intervengano per autotutela, sempre che ciò non venga invocato da terzi “latori di interessi diffusi”.
Di seguito il dispositivo dell’attuale sentenza, che mette la parola “fine” circa la destinazione agricola del terreno su cui insiste il complesso immobiliare per cui, ciò nonostante, il preposto comunale ha rilasciato nuova licenza commerciale.
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, Sezione Quarta, definitivamente pronunciando, previa riunione dei relativi giudizi, dichiara inammissibili i ricorsi per revocazione in epigrafe (R.G. n. 5340 del 2018 e 2257 del 2018).
Condanna, con riferimento ad ognuno dei due ricorsi, ciascun ricorrente al pagamento delle spese del giudizio, liquidate complessive in euro 3.000,00 (tremila/00), oltre accessori di legge, a favore, in parti uguali, dei signori Concetta Parisi ed Antonino Iacoessa; compensa le spese del giudizio nei confronti degli interventori ad adiuvandum nel ricorso R.G. n. 2257 del 2018.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 7 marzo 2019 con l’intervento dei magistrati: Antonino Anastasi, Presidente; Alessandro Verrico, Consigliere; Roberto Caponigro, Consigliere, Estensore; Giuseppa Carluccio, Consigliere; Francesco Frigida, Consigliere. L’ESTENSORE Roberto Caponigro; IL PRESIDENTE Antonino Anastasi.
Cliccare su una delle foto per scaricare la sentenza integrale
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