Portici (NA). Omaggio a uno dei suoi ‘figli’ famosi: il pittore Giuseppe Gaetano De Nittis
Si sente spesso parlare di personaggi, di Portici per nascita o d’elezione, dei quali si sta perdendo la memoria.
Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Giuseppe Gaetano De Nittis è nato a Barletta, in provincia di Bari, il 25 febbraio 1846, da Raffaele De Nittis e Teresa Emanuela Barracchia.
Quartogenito, in tenera età rimasto orfano del padre, morto suicida, è cresciuto sotto la tutela dei nonni paterni.
Manifestando la sua precoce disposizione per il disegno, ha convinto il nonno paterno «… ad affidarlo prima alle cure del pittore barlettano Giovan Battista Calò, e poi ad iscriverlo all’Istituto di Belle Arti di Napoli».
Nel 1860, contro il volere della famiglia, sempre dal nonno è stato iscritto all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Ha iniziato a seguire i corsi di pittura, tenuti dai pittori Giuseppe Mancinelli (Napoli, 17 marzo 1813 .– Palazzolo di Castrocielo, 25 maggio 1875) e Gabriele Smargiassi (Vasto, 22 luglio 1798 – Napoli, 12 maggio 1882).
Persona dotata «… di indole indipendente e insofferente verso qualunque tipo di schema, si mostrò disinteressato alle nozioni ed esercitazioni accademiche». Per questo suo atteggiamento, tre anni dopo, estromesso dall’Accademia per motivi disciplinari, non ha conseguito il diploma.
Chiusa forzosamente l’esperienza accademica, nell’estate del 1863, si è rifugiato «… a Portici in alcune stanzette all’ultimo piano di quel Palazzo Reale, dove vivevano due noti artisti» Marco De Gregorio (Resina, oggi Ercolano, 12 marzo 1829 – ivi, 16 febbraio 1876), Federico Rossano (Napoli, 31 agosto 1835 – ivi, 5 maggio 1912).
Nel 1864, aggregatosi ai due artisti, abili paesaggisti, e Adriano Cecioni (Fontebuona, 26 luglio 1836 – Firenze, 23 maggio 1886), si è dedicato alla composizione all’aria aperta.
Con loro ha costituito il gruppo pittorico definito Scuola di Resina in omaggio a Marco De Gregorio o Repubblica di Portici, secondo l’ironica definizione data da Domenico Morelli (Napoli, 7luglio 1823 – ivi, 13 agosto 1901).
Durante la permanenza napoletana, armato di scatola dei colori, pennelli e cavalletto, immergendosi nella natura, ha vagato per le campagne e le marine sempre alla spasmodica ricerca di caratteristici paesaggi porticesi, partenopei e barlettani.
Nell’anno 1864, ha dipinto la sua prima opera datata: Appuntamento nel bosco di Portici.
Il quadro, realizzato con la tecnica della pittura a olio su tela, è conservato presso l’Istituto Matteucci, Viareggio, (Lucca),
Nel dipinto ha raffigurato un uomo, nascosto tra gli alberi, in attesa della sua amata.
Nello stesso 1864, con altre varie tele, ha partecipato alla terza edizione della Promotrice napoletana.
Nel 1866, trasferitosi prima a Firenze, dove si è avvicinato al gruppo pittorico dei Macchiaioli, ha, poi, girovagato per l’Italia, fermandosi a Napoli, Palermo, Barletta, Roma, Venezia e Torino.
Nell’anno 1867, si è trasferito a Parigi, all’epoca capitale artistica del mondo.
Durante la sua prima permanenza parigina, ha conosciuto i pittori Jean-Louis-Ernest Meissonier (Lione, 21 febbraio 1815 – Parigi, 31 gennaio 1891) e Jean-Léon Gérôme (Vesoul, 11 maggio 1824 – Parigi, 28 gennaio 1904), autori di soggetti a carattere storico.
Nel 1869, ha sposato la parigina Léontine Lucile Gruvelle; una donna capace di influenzare notevolmente le scelte sociali e artistiche del marito.
Dal matrimonio ha avuto una bambina, purtroppo, morta di pochi mesi.e un figlio, Jacques, che lo ha consolato della grave perdita.
Nello stesso anno 1869, per la prima volta ha esposto alcune sue realizzazioni al celebre Salon; un’esposizione periodica di pittura e scultura, tenuta al Musée du Louvre.
Nel 1870, allo scoppio della guerra franco-prussiana, è tornato in Italia.
Rientrato dalla Francia, dopo aver risieduto alternativamente a Barletta e a Napoli, assieme alla moglie «… Léontine, ora nuovamente incinta, dopo aver perso l’anno prima la bambina appena partorita», si è stabilito a Portici.
Nella cittadina vesuviana, intorno all’aprile del 1871, ha fissato la sua residenza «… a Portici, a palazzo Scognamiglio, in vico Cappella Reale».
Qui, in terrazzo, nelle belle serate di luna piena, ha ricevuto gli amici pittori per trascorrere con loro alcune ore in spensierata allegria e consumare una frugale cena.
Autore di numerosi scorci dei dintorni vesuviani e delle spiagge di Portici, con le sue tele ha entusiasmato il pubblico dell’intera Europa.
Nell’agosto del 1871, con la tecnica della pittura a olio su tela, ha dipinto il tratto di costa porticese da Villa Carrione a Pietrarsa.
Osservando il quadro, in basso a destra, si nota il treno partito dal Granatello in corsa verso Napoli.
Il quadro è ammirabile al Museo di Capodimonte di Napoli.
Nell’aprile del 1872, con fotografica precisione, ha rappresentato una scena della eruzione vesuviana, «… drammatica, sovrastata da apocalittiche nuvole di fumo e cenere; al di sotto si snoda l’umanità in fuga, intere famiglie cariche di fagotti, di materassi e di tutti gli averi trasportabili».
L’opera, dal titolo La pioggia dì cenere, eseguita con la tecnica della pittura a olio su tela, è conservata alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze.
Nell’inverno del 1873, è ritornato a Parigi.
Nel 1874, ha riscosso più che lusinghieri elogi per Che freddo!, messo in mostra al Salon.
Per l’abituale raffinatezza di esecuzione profusa nella rappresentazione delle giovani dame parigine, donne eleganti, raffinate, e dal fascino misterioso, ha meritato l’appellativo di peintre des Parisiennes.
Nel 1874, appena rientrato a Napoli dalla Francia, appassionato frequentatore del teatro napoletano San Carlino, si è portato ad assistere a una delle rappresentazioni del Pulcinella. Dopo aver assistito allo spettacolo teatrale, insieme al fratello maggiore Vincenzo de Nittis e all’attore dialettale Antonio Petito (Napoli, 22 giugno 1822 – ivi, 24 marzo 1876), popolare interprete della maschera partenopea, ha cenato alla famosa trattoria Asso di Coppe a Portici.
Dopo una breve parentesi napoletana, è tornato a Parigi.
Presso lo studio parigino del fotografo Nadar, alias Gaspard-Félix Tournachon (Parigi, 6 aprile 1820 – ivi, 21 marzo 1910), ha esposto cinque sue opere: Paesaggi presso il Bois; Levar di luna; Campagna del Vesuvio; Studio di donna; Strada in Italia. il successo derivatogli da questa mostra gli ha permesso di raggiungere l’apice della notorietà.
Nella capitale francese, intanto, ha «… allacciato amicizie con personaggi tra i più in vista nella vita culturale del tempo, come Dumas figlio, Degas, Zola, Manet, Hérédia. Anche nel mondo femminile poteva contare su amicizie come quella di Madame Charpentier e la principessa Matilde Bonaparte».
Nello stesso anno 1874, è approdato a Londra, dove per aver dipinto scene di vita della capitale del Regno Unito, è stato apprezzato e stimato.
Nell’estate del 1875, ancora una volta è venuto a Napoli, dove si è incontrato con gli amici pittori Marco De Gregorio e Federico Rossano.
Rientrato in Francia, nel 1878, con alcune sue tele, ha preso parte all’Esposizione Universale di Parigi. Il successo riscosso è stato tanto eclatante da ricevere la decorazione della Légion d’honneur.
Dal 1879 al 1884, ha trascorso le sue giornate tra Parigi, Londra, Napoli, Torino.
Rincasato a Parigi, al Salon, ha tenuto la sua ultima mostra.
Colpito da un fulminante ictus cerebrale, il pittore Giuseppe Gaetano De Nittis muore a Saint Germain en laye, nei pressi di Parigi, in Francia, il 28 agosto 1884.
I suoi resti mortali sono sepolti nel cimitero di Père-Lachaise di Parigi, sua seconda patria.
Sulla pietra tombale, eretta a spese della Sezione di Storia Patria di Barletta, si legge l’epigrafe dettata dallo scrittore e drammaturgo francese Alexandre Dumas figlio (Parigi, 27 luglio 1824 – Marly-le-Roi, 27 novembre 1895): «… Ci git / le peintre / Joseph de NITTIS / 1846 – 1884 / mort a trente-huit ans / en pleine jeunesse / en pleine gloire / comme les héros / et les demi-dieux».
Il comune di Portici, ha voluto onorare la memoria dell’illustre cittadino d’elezione, componente «… di quella élite di pittori», fondatori della «… famosa « Repubblica di Portici» ribellandosi ai canoni accademici».
Pertanto, ha intitolato al suo nome la via «… che corre tra via Pagliano e via Dalbono», posta nella area nord orientale della zona alta, a Bellavista.
Fu assimilabile per certe particolari caratteristiche ai Macchiaioli e agli Impressionisti, nelle sue opere ha sempre mantenuto un’indipendenza di stile e contenuti.
Tra le sue maggiori esecuzioni, ricordiamo:
- Appuntamento nel bosco di Portici, 1864;
- La traversata degli Appennini, 1867;
- Lungo l’Ofanto, 1870;
- La pioggia dì cenere, 1872;
- La strada da Napoli a Brindisi, 1872;
- Paesaggio lacustre nei pressi di Napoli, 1873;
- Spiaggia presso Barletta
- La Senna (pastello)
- Avenue du bois de Boulogne, 1874 ;
- Campagna del Vesuvio, 1874;
- Che freddo!, 1874;
- Flirtation, 1874;
- L’amazzone, 1874;
- Leontìne in canotto, 1874;
- Levar di luna , 1874;
- Paesaggi presso il Bois, 1874;
- Strada in Italia , 1874;
- Studio di donna, 1874;
- La cavalcata, 1875;
- Place des Pyramides, 1876;
- Ponte sulla Senna, 1876;
- La signora con il cane, 1878;
- Nubi su Westminster, 1878;
- Le rovine delle Tuileries, o La Place du Carrousel, 1878 ;
- Passa un treno, 1879;
- Passeggiata invernale, 1879;
- Tra i paraventi, 1879;
- Effetto di neve, 1880;
- Figura di donna, 1880;
- Passeggiata in slitta, 1880;
- Pattinaggio, 1880;
- Le corse a Auteuilm 1881;
- Le corse a Longchamps, 1883;
- Notturno capriccioso, ventaglio, 1883;
- Signora in giardino, 1883;
- Colazione in giardino, 1883-1884;
- Sull’amaca II, 1884:
- Stradina napoletana, olio su tela
Sue opere sono esposte presso le maggiori istituzioni francesi e lussemburghesi e i più importanti musei e gallerie pubbliche italiane:
- Petit Palais di Parigi ;
- Musée Carnavalet di Parigi;
- Musée des Beaux-Arts di Reims;
- Musée du Luxembourg;.
- Pinacoteca De Nittis di Barletta;
- Pinacoteca Provinciale G. Giaquinto di Bari;
- Galleria d’Arte Moderna di Milano;
- Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze;
- Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza;
- Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia;
- Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma;
- Gallerie di Palazzo Zevallos di Nspoli;
- Museo di Capodimonte di Napoli;
- Museo Civico di Barletta
- Civico Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna di Trieste;
- Museo Giovanni Boldini Macchiaioli di Pistoia;
- Raccolte Frugone di Genova.
Nastrino dell’onorificenza attribuitagli.
Chevalier de l’Ordre national de la Légion d’honneur = Cavaliere dell’Ordine nazionale della Legion d’onore.
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(di Stanislao Scognamiglio – Tonia Ferraro – http://www.lospeakerscorner.eu – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)