Ll’aneme pezzentelle tornano a casa
NAPOLI – Nel Complesso Museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco in via de’ Tribunali dall’1 dicembre alle 11 fino al 17 gennaio 2019 per la prima volta in assoluto saranno esposte oltre cento anime del Purgatorio in terracotta dipinta, realizzate tra il XIX e XX secolo. Acquisite dall’Opera Pia Purgatorio ad Arco le operre in terracotta provengono da una collezione privata, Un tempo trovavano posto in alcune edicole votive scomparse di alcune città. Le raffigurazioni delle “anime” saranno le protagoniste di una mostra, unica nel suo genere, il Ritorno. Il culto delle anime pezzentelle.
All’inaugurazione saranno presenti Giuseppe d’Acunto, Presidente dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco, Francesca Amirante, curatrice della mostra e del Complesso Museale e Presidente di Progetto Museo, Vittoria Vaino, coordinatrice dei servizi museali del Complesso.
I pezzi, parte di una grande collezione romana che rischiava la dispersione, sono stati rilevati dal restauratore napoletano Diego Pistone. Acquistata poi dall’Opera Pia Purgatorio ad Arco Onlus, che, come spiega il presidente Giuseppe d’Acunto: «Da più di 400 anni custodisce un patrimonio di fede, arte e cultura nella chiesa di Purgatorio ad Arco in via dei Tribunali e che dagli anni ’90 ha avviato una sistematica azione di valorizzazione del luogo e del suo straordinario patrimonio».
Il collezionista romano, esperto del presepe popolare, aveva raccolto, infatti, nel corso della vita numerose statuette che un tempo popolavano quella miriade di piccole grotte con le anime del purgatorio in attesa del rifrisco, disseminate in particolare nel centro antico della città di Napoli.
Ci sono gruppi interi con lo scoglio, ovvero la base su cui poggiano i pastori come definita nell’arte presepiale, in legno o in compensato con sughero, con il Crocifisso, l’Addolorata e il teschio, oltre che una serie di anime a mezzo busto avvolte dalle fiamme e imploranti penitenza e perdono di cartapesta, di terracotta policroma di diverse dimensioni, e un gran numero di Addolorate singole, di Crocifissi, di teschi e di accessori.
«Un vero e proprio ritorno a casa delle anime – ha sottolineato dice Francesca Amirante, curatrice della Mostra e del Complesso Museale – che trovano nel Complesso del Purgatorio ad Arco la loro nuova dimora. Il tema del Ritorno è la parola chiave della Mostra, non solo per il contenuto, ma anche per l’organizzazione. Sono stati coinvolti giovani professionisti che si sono formati e hanno lavorato a Venezia, a Milano, a Londra e che hanno deciso di spendere le proprie competenze a Napoli e nel nostro territorio: come Showdesk e SuperOtium, oltre all’esperienza di Luigi Spina per le fotografie del catalogo».
Una mostra fortemente suggestiva, il cui allestimento, curato da Nicola Ciancio, coinvolgerà l’intera chiesa: dalla navata centrale nella quale, attraverso il dipinto dell’altare maggiore di Massimo Stanzione, ha inizio il racconto della Mostra, alla Sagrestia all’Ipogeo dove saranno presentate 50 figure circa di anime purganti in terracotta e in cartapesta, mentre nella sagrestia saranno esposti alcuni pezzi della collezione corredati da appositi apparati didattici e da un video-documentario sul culto ‘e ll’aneme pezzentelle.
Nello spazio dell’Ipogeo, invece, sarà proiettato un video-racconto di Gualtiero Peirce, Vi aspettiamo per il rinfresco, che rappresenta una vera e propria opera autonoma dedicata ai visitatori al termine del percorso delle Mostra.
«È stata un’esperienza bellissima – ha dichiarato Gualtiero Peirce. Ci siamo avventurati tra le parole e i sogni infiniti che si affollano in questo luogo straordinario e a poco a poco le anime pezzentelle si sono presentate davanti a nostri occhi: un uomo e una donna anziani, un ragazzo e una ragazza, un prete… E così è nato un videoracconto sospeso tra fede e mistero: quando i visitatori della mostra passeranno davanti allo schermo apparirà qualcuno che, guardandoli negli occhi, avrà qualcosa da raccontare. Sogno? Realtà? Ciascuno si porterà a casa la propria verità».
Le anime raccolte testimoniano il “grande affollamento” del Purgatorio: preti, soldati, vecchi, giovani, fanciulle. A braccia aperte, alzate oppure in preghiera, le figure si rivolgono verso il fedele per chiedere una preghiera che li avvicinerà al Paradiso. I personaggi più ricorrenti in questo tipo di raffigurazioni sono in genere: un sacerdote, una donna giovane con i cappelli sciolti, una donna più matura con i cappelli legati, un uomo giovane, un uomo anziano, spesso un soldato. Talvolta la figura del giovane presenta la fisionomia di un chierico.
Le anime raccontano anche il mutamento dell’iconografia religiosa. Dalla posa penitente si passa a quella implorante e le braccia si levano in alto, quando nel 1613 il Sant’Uffizio dispose che le raffigurazioni artistiche non dovessero rappresentare la discesa della Vergine nel Purgatorio, come era d’uso, ma piuttosto che le anime, per intercessione della Vergine, fossero portate verso la salvezza.
Con la creazione nella seconda meta del ‘700 delle edicole devozionali le anime trovano nuova casa, anche perché la costruzione dei Cimiteri rendeva meno forte il legame con le Terre Sante e con gli Ipogei delle chiese. Nella seconda metà dell’800 proliferano le piccole grotte purgatoriali lungo le strade della città.
Il culto delle anime è indissolubilmente legato a Purgatorio ad Arco, custode del culto tutto napoletano rivolto alle anime pezzentelle: resti umani abbandonati, dimenticati e senza nome che diventano speciali intermediari per invocazioni, preghiere, richieste di intercessioni. Alle anime pezzentelle i devoti facevano richiesta di buona sorte: un buon matrimonio, un lavoro, una gravidanza, una guarigione per sé o per un familiare, denaro.
Un culto che è legame tra vivi e morti, basato su uno scambio reciproco: favori per i vivi e preghiere per i morti per aiutarli a oltrepassare il Purgatorio, entrambi in tribolazione, ognuno per un motivo diverso.
Il rapporto tra il fedele e l’anima si stabiliva attraverso l’adozione di una capuzzella, un teschio che veniva scelto, accudito e ospitato in apposite nicchie.
«La dedizione all’anima, concretizzata nella capuzzella, faceva sperare in una ricompensa, perché nelle richieste c’era fondamentalmente il desiderio di poter vivere una vita normale, dove le fasi più importanti dell’esistenza fossero rispettate. Trovare l’amore, quindi, un lavoro per sostenere dignitosamente la famiglia, avere dei figli, essere in salute – ha spiegato Vittoria Vaino, coordinatrice delle attività museali – nelle anime si riponeva la speranza del cambiamento, ed in questa speranza i devoti trovavano conforto».
Oggi il culto si manifesta ancora attraverso le visite che alcuni fedeli dedicano alle anime più gettonate come quella di Lucia, il teschio con il velo da sposa, protettrice delle spose e mediatrice per preghiere e invocazioni, oppure attraverso la miriade di doni e biglietti che visitatori e turisti lasciano sulla panchetta di Lucia o ancora attraverso il gesto della carezza che i passanti rivolgono ad uno dei teschi in bronzo che ornano la facciata.
Il contenuto della mostra è raccolto in un catalogo a cura di Francesca Amirante, corredato dalle fotografie di Luigi Spina, uno dei più autorevoli fotografi italiani, con contributi di Ulrich van Loyen e Vittoria Vaino.
La mostra è stata resa possibile grazie al sostegno del Gratta e Vinci.
In occasione dell’inaugurazione l’ingresso è gratuito fino alle ore 14.
Orari della mostra: tutti i giorni: Lunedì – sabato dalle ore 10 alle 18 | Domenica dalle 10 alle 14
L’esposizione Ritorno. Il culto delle anime pezzentelle è inserita nel percorso di visita del Complesso Museale.
Per maggiori informazioni: www.purgatorioadarco.it
Facebook: www.facebook.com/animepezzentelle
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(Tonia Ferraro – http://www.lospeakerscorner.eu – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)