Napoli. Breve storia dello storico, insigne e reale ordine di San Gennaro
Il Sud fu un territorio con una propria identità e indipendente sin dal 113, sebbene sotto i domini di dinastie straniere: si succedettero normanni, svevi, angioini, aragonesi e, infine, dal 1502 fu colonia spagnola. Acquistò dignità di nazione nel 1734 con Carlo di Borbone.
Nei primi anni di regno il sovrano costituì l’Insigne e reale ordine di San Gennaro.
La lunga preparazione di questo ordine di collare cavalleresco terminò nel 1738 in occasione delle nozze con Maria Amalia di Sassonia, e fu posto sotto la protezione del santo patrono della città di Napoli. Era un ordine dello stesso rango di quello del Toson d’Oro.
il primo elenco di membri includeva circa 46 nomi, di cui 39 già approvati dal padre, il re di Spagna Filippo.
Nel 1741, con due bolle pontificie l’Insigne e reale ordine di San Gennaro fu consacrato da papa Benedetto XIV.
Lo statuto fissava il numero dei membri a sessanta nobili di fede cattolica romana. La fratria di Cavalieri fu dunque ampliata con altri membri, tra cui i principi Cattaneo della Volta e di San Nicando, i Principi Colonna di Stigliano, i vari rami dei principi Caracciolo, dei principi Carafa e tutti i principi di Casa Reale Borbone di Napoli e Sicilia.
In seguito altre nomine furono consegnate al principe spagnolo Carlo Esteban, al principe siciliano Calvaruso, ai principi Moncada, ai principi Lanza di Sicilia, a vari rami dei principi de Sangro tra cui Raimondo de Sangro di Sansevero. Quest’ultimo rischiò però di essere escluso dalla Deputazione di Real Governo dei Cavalieri di San Gennaro in quanto massone. Nel 1751 Carlo di Borbone, su pressioni del Vaticano, promulgò un editto per bandire la massoneria dal Regno. Raimondo abiurò.
Il Gran Maestro dell’Ordine di San Gennaro era il re Carlo. Come motto dell’Ordine fu scelto In Sanguine Foedus (Nel Sangue l’Unione).
I Cavalieri si riunivano nella Cappella del Tesoro di San Gennaro del Duomo di Napoli in occasione delle feste principali del Santo e per celebrare i confratelli defunti. I membri dell’Ordine dovevano sottostare ad alcune regole: ad esmpio, non potevano raccogliere sfide a duello ma riferire le contese al Gran Maestro e ai suoi delegati.
Dal 1760 il vento cambiò e furono ricevuti nell’Ordine molti massoni e ambasciatori a Napoli.
Nel 1759 la carica di Gran Maestro dell’Insigne e reale ordine di San Gennaro fu ereditata da Ferdinando IV, e quindi da Francesco I di Borbone Due Sicilie, Sotto la sua guida furono limitati i poteri delle cariche della Deputazione di Governo e i titoli dei Cavalieri cessarono di essere ereditari. Inoltre fu consentito l’ingresso ai duchi e marchesi.
La divisa dei Cavalieri di san Gennaro, l’ultimo ordine sacro militare dinastico ad essere costituito, era bianca con una fascia rossa a bandoliera. Sulla giacca veniva portato il Collare, formato da diciotto lacci d’oro alternati a gigli borbonici.
Il pendente consiste pendeva in una placca d’argento a croce maltese smaltata con al centro l’effigie del vescovo san Gennaro con il pastorale.
Dopo l’unita italiana l’Insigne e reale ordine di San Gennaro fu conservato anche dai Savoia, in virtù del fatto di essere un ordine cattolico, seppur borbonico.
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(di Michele Di Iorio * Tonia Ferraro – http://www.lospeakerscorner.eu – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)