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Caiazzo. Decò: condono pubblicato venerdì 3 agosto, ma chi ha ‘spifferato’ prima e perché?

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Con provvedimento pubblicato all’albo pretorio comunale venerdì 3 agosto,il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Pino Grasso -fresco di nomina a responsabile delle politiche territoriali del Comune, conferita dal sindaco poche ore prima- ha reso noto di aver concesso il giorno precedente, con un tempismo da record, il condono edilizio invocato dall’avvocato Pasquale Marotta nell’interesse del Decò ovvero della società che gestisce il grosso centro commerciale chiuso per effetto della sentenza con cui, nei mesi scorsi, il Consiglio di Stato ne aveva sancito la totale illegittimità perché edificata in zona agricola semplice, che per conseguenza andava ripristinata per evitarne, entro un termine ormai scaduto infruttuosamente, l’acquisizione d’ufficio al patrimonio comunale.

Un provvedimento del quale si vociferava da tempo, in particolare da quando, dieci giorni fa, lo stesso Grasso effettuò un sopralluogo insieme a Carabinieri e Vigili, per valutare la veridicità della denuncia con cui un concorrente, suffragato da perizia giurata, contestava l’edificazione di un soppalco, successiva all’entrata in vigore della legge 47/85, sulla base della quale, appunto, per “aggirare” la sentenza giudiziaria definitiva, era stato chiesto il condono appena concesso.

Resterebbe però da capire su quali basi la “voce di assenso” sarebbe circolata già da tempo, tanto da indurre la parte a definire (anche in banca?!) i dettagli del condono, che verrebbe a costare intorno ai 200.000 euro, ancor prima della sua ufficializzazione e, deve presumersi, della sua stessa emanazione.

In verità anche durante la campagna elettorale si era parlato del Decò e più volte ne era stata ventilata la possibile riapertura qualora Giaquinto avesse vinto le elezioni, come in effetti è avvenuto, deve presumersi per mera casualità, certo non per favoritismi, ai quali però, comunque in città si allude, anche in seguito alla divulgazione di qualche foto che immortala insieme il rieletto sindaco e l’amministratore della struttura appena “scampata” all’abbattimento, anche se può darsi per certa una nuova battaglia giudiziaria da parte dei concorrenti, che avrebbero già preannunciato, se non già formalizzato, anche una denuncia in sede penale.

Va inoltre sottolineato che il condono edilizio non ripristina certo “ipso facto” anche le varie autorizzazioni, commerciali e sanitarie, indispensabili per siffatta struttura (non attivabile tramite SCIA, cioè mera Segnalazione Certificata di Inizio Attività, valida solo per le piccole attività commerciali), subordinate pertanto a lunga e complessa trafila amministrativa, sicché non avrebbero senso le voci di una presunta comunicazione depositata proprio a ridosso delle ferie, cioè quando maggiormente sarebbe giustificabile una sorta di  implicito nulla osta per “silenzio-assenso” anche se, a tal punto, nulla è escludibile, anche di clamoroso: chi vivrà… vedrà.

Cliccare sulle foto per scaricare i citati provvedimenti di condono e nomina a responsabile comunale

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