Caiazzo. Decò: a 10 giorni dal sopralluogo ‘calma piatta’ anzi no: grandi manovre per riapertura agostana?!
A parte le solite chiacchiere, illazioni e “voci di corridoio”, si dice provenienti anche “dal palazzo”, nulla di ufficiale è dato sapere a dieci giorni dal sopralluogo congiunto di Carabinieri, agenti della polizia municipale e responsabile dell’ufficio tecnico comunale presso la grossa struttura commerciale chiusa in ossequio a una sentenza con cui il Consiglio di Stato ha (definitivamente) sancito la destinazione agricola semplice dell’intera area su cui insiste il manufatto già adibito a sede della concessionaria fiat “Autovolturno”, a quanto è dato sapere oggetto di ampliamenti in seguito all’acquisto (in sede giudiziaria fallimentare) da parte della società “Ipervolturno”, che per diversi anni vi ha gestito il supermercato “Decò”, del quale, sempre per voce di popolo, era stata annunciata la riapertura proprio il giorno in cui c’è stato il sopralluogo.
Sopralluogo finalizzato ad accertare la veridicità di una denuncia con la quale i titolari del concorrente “Despar” (ex Sisa) ubicato nella stessa area, corroborati da una perizia giurata, avevano contestato, fra l’altro, la successiva realizzazione di un soppalco, adibito ad abitazione familiare.
Circostanza decisamente rilevante perché, a quanto denunciato, avrebbe impedito l’ammissione al condono edilizio già chiesto su consiglio dell’avvocato Pasquale Marotta, che, dopo mesi di studio, sarebbe riuscito a trovare l’éscamotage nelle maglie della legge 47/1985, nota anche come primo condono post terremoto, che consentirebbe di sanare anche opere preesistenti, anche se già oggetto di definitiva sentenza di abbattimento e ripristino dello “status quo ante”.
Il fatto che nulla ancora sia dato sapere circa l’esito del citato sopralluogo rientrerebbe decisamente nella normalità dei tempi di definizione di una pratica da parte dell’ufficio tecnico comunale, a quanto lamentato da una lettrice che, come riportato separatamente, proprio recentemente avrebbe formalizzato una denuncia perché una sua pratica risalente allo scorso anno sarebbe stata definita solo recentemente, circostanza che peraltro avrebbe procurato non solo a lei ingenti danni, giusta denuncia, ovviamente “da risarcire”.
Secondo attendibili fonti però, intanto “qualcuno” non solo avrebbe fatto trapelare l’esito (negativo) del sopralluogo ma si sarebbe affrettato anche a calcolare il costo di un condono ancora (eventualmente!) da concedere, quantificandolo in alcune centinaia di migliaia di euro che peraltro la parte si sarebbe già attivata per corrispondere nelle forme (in futuro) stabilite sempre dai preposti comunali, vanificando così non solo la sentenza del Consiglio di Stato, ma le sue stesse conseguenze che, come argutamente evidenziate dal legale dei denuncianti, avrebbero invece sancito l’acquisizione al patrimonio comunale dell’intera struttura, non demolita nei tempi stabiliti, giusta legge, proprio dai preposti comunali, struttura che peraltro una volta acquisita avrebbe potuto definitivamente risolvere il problema della caserma carabinieri di cui, stranamente, tutti sembrano essersi dimenticati, sempre secondo le malelingue, per privilegiare la polizia locale.
Circostanze ovviamente tutte da dimostrare, nonostante le voci, illazioni e “inciuci”, fino a prova contraria irrilevanti, se non maliziosamente deleteri, anche di presunti accordi “sottobanco” risalenti al periodo pre elettorale, fra chi non è dato sapere, ma sta di fatto che, sempre con maggiore insistenza, alcuni si domandano se possano esistere filoni privilegiati, in particolare se, come pure si vocifera, effettivamente dovessero esserci cointeressi, non è dato sapere di che genere né eventualmente fra chi, fermo restando che per (ri)aprire una media struttura non è sufficiente una sbrigativa “SCIA”.
Si prospetta quindi particolarmente rovente questo scorcio di agosto, periodo in cui solitamente si registrano manovre oggetto di maliziose illazioni e probabilmente di una nuova denuncia giudiziaria da parte dei concorrenti se ancora una volta si riterranno gravemente danneggiati: chi vivrà… vedrà!
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