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Donne, violenza ed omertà non solo nel profondo sud: cronaca di ordinaria follia dalla ‘evoluta’ Emilia

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Al giorno d’oggi ci dicono che la nostra società sta combattendo 

una battaglia che suscita in ognuno di noi un senso di solidarietà e protezione: la violenza sulle donne.

Lo vediamo attraverso le pubblicità di numeri rosa, attraverso le parole di alcune celebrities sui social, ci dicono che le donne non sono sole: balle!

Io proprio sono stato testimone di uno spettacolo dell’orrore a cui non avrei voluto assistere nemmeno da semplice testimone.

Eppure mi ci sono trovato dentro, come in un vortice: per strada, una donna in ginocchio, presa per i capelli e colpita ripetutamente con pugni in testa, gridava aiuto.

Questa donna è la sorella della mia compagna; ha problemi di alcolismo e droga, è vero, ma è pur sempre un essere vulnerabile che non per questo merita di essere uccisa a pugni per strada.

Mi sono fermato: il bruto la stava uccidendo ed io non potevo essere testimone inerme di questa atrocità.

Ho deciso di ricambiare quell’essere ignobile con lo stesso trattamento, ma i miei pugni non fermavano la sua furia.

La mia compagna ha chiamato i carabinieri, i quali sono arrivati dopo ben 45 minuti.

Lo schifo che voglio gridare al mondo riguarda i testimoni (omissis), codardi e curiosi, i quali si limitavano ad osservare un incontro sul ring, nonostante la mia compagna implorasse di chiamare i carabinieri.

Nulla: la codardia vinceva su di loro ma la sfacciataggine impediva ai curiosi di andarsene.

Ad un certo punto l’individuo violento, pazzo e furibondo, ha avuto la meglio sulla mia persistenza.

Mi sono ritrovato sfinito e sanguinante: nessuno reagiva.

Mi sono chiuso in macchina, sanguinante ed esausto, mentre il toro scatenato sfogava la sua furia sulla mia auto.

Ad un certo punto ha cercato la sua prossima vittima: la mia compagna.

Lei è fuggita, chiedendo aiuto ad una condomina del palazzo vicino, la quale, vigliaccamente, le ha  negato l’accesso.

Prossima “stazione” di aiuto: un tabacchi, i cui titolari hanno altrettanto cercato di negarle l’accesso, non riuscendoci, in quanto lei si è fatta strada nel negozio e si è nascosta.

Nonostante tutto questo, i carabinieri non erano ancora arrivati.

Il toro furioso non ha placato la sua rabbia ed ha ripreso ad accanirsi contro la sua vittima iniziale.

Tutto ciò davanti ad una cinquantina di persone, vigliacche ed inermi.

Quando sono arrivati i carabinieri, si è risolto tutto con un nonnulla: ognuno a casa propria, come se nulla fosse stato.

L’indomani ho chiamato il “Telefono Rosa” che si presuppone essere il numero anti violenza sulle donne.

Risultato? “Se la donna in questione non si presenta non possiamo fare niente“.

Questa donna è alcolizzata, tossicodipendente e con problemi di salute: come potrebbe avere la facoltà di decidere cosa fare?

Vive nel mondo della droga e dell’alcool, tutto il resto è estraneo: come possono credere che sia in grado di prendere le redini della situazione?

E il SERT? non può fare nulla, il sistema non lo permette.

In tutto questo dov’è l’aiuto che tanto propinano ovunque? dov’è?

Ora ho imparato che le istituzioni e le associazioni sono inermi, bloccate da un sistema sbagliato che non permette loro di agire.

A cosa porterà tutto ciò? a quante donne uccise per mano di una violenza che non possiamo combattere?

Chiediamocelo ogni volta che, in richiesta di aiuto, riceviamo un “no” o “non possiamo fare niente“.

I referti clinici di questa donna parlano chiaro: ematomi cerebrali, dovuti ai pugni in testa che la vessano da anni, due infarti, pressione alta.

Tutti sanno da anni, ma nessuno fa niente: questo silenzio finirà per ucciderla.

L’INDIFFERENZA UCCIDE

Vorrei poter dire che la situazione cambierà, ma sono sicuro che questa storia avrà solo un finale triste, gettata nel dimenticatoio di altre vittime che da anni pagano in silenzio, sotto lo sguardo impassibile di tutti.

Come lo sono stato io quando cercavo di difenderla dal suo aguzzino.

La giustizia va esercitata con le tue mani, nessun altro lo farà al tuo posto.

Omissis (MO), 31/07/18.

(Lettera Aperta – Archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

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