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ALVIGNANO/FRIGNANO. PARLA LA COMPAGNA DELL’IMPRENDITORE UCCISO, ORIGINARIA DI ALVIGNANO, CHE SI SFOGA “NON SI PUO’ UCCIDERE PER CENTO EURO”

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«Non si può uccidere per 100 euro. Non se lo meritava, perché ha solo fatto tanto bene. Non si ammazza una persona per 100 euro, non se lo meritava » . Piange ed è ancora scioccata Virginia Lavinia Musco originaria di Alvignano, la moglie di Nicola Sabatino, il 55enne titolare di una ditta di autotrasporti ucciso sabato sera a Frignano da un suo dipendente, il 51enne Vito Recchimurzo….

 Non riesce a capacitarsi che per una cosa cosi futile una persona possa perdere la vita. La tragedia si è consumata sabato scorso  alle 18 circa,   in un condominio di Via Roma 13, dove vittima e assassino abitavano entrambi da una quindicina di giorni. I parenti dei due uomini hanno confermato che tra loro non correva buon sangue a causa del rapporto di lavoro. «Ho fatto una sciocchezza, mi sono fatto prendere dalla rabbia», ha detto il 51enne ai poliziotti del commissariato di Aversa guidati da Paolo Iodice dopo essere stato ammanettato. Recchimurzo si era barricato in casa, ma non ha minacciato gli agenti. Quando hanno fatto irruzione, si è fatto ammanettare consegnando anche la pistola usata per uccidere il proprio datore di lavoro, un revolver calibro 22 detenuto illegalmente. Ma hanno dovuto portare via con uno stratagemma l’omicida, perché nel frattempo fuori il palazzo dove si era consumata la tragedia, sono giunte decine di persone che conoscevano la vittima. I poliziotti lo hanno fatto uscire a bordo dell’ambulanza che era arrivata per soccorrere Nicola Sabatino, morto subito. Secondo quando sono riusciti a ricostruire gli investigatori, Sabatino, che abitava al piano terra insieme con la compagna ed i figli, si è recato al piano superiore, dove risiede Recchimurzo, per pagarlo per le sue prestazioni di autista. Gli ha dato un compenso di 1800 euro. Tra i due sarebbe nata una lite, perché dalla cifra pattuita mancavano 100 euro. «Il mio stipendio – ha detto l’autista al suo datore di lavoro – è di 1900 euro qui mancano dei soldi. Questo abbiamo pattuito » . Ma Sabatino non era disposto a cedere. Addebitava al suo dipendente alcuni guasti al camion. «Troppi guasti e a distanza di poco tempo». Per questo è cominciata la discussione tra i due, poi degenerata in una lite vera propria alla fine della quale Sabatino ha girato le spalle e si è diretto verso il pianerottolo. A quel punto il dipendente ha cominciato a inveire contro l’imprenditore, pretendendo la differenza: il tutto davanti alle figlie. Sabatino però non ne ha voluto sapere, e si è avviato verso l’uscita. Il 51enne, che aveva con sé l’arma, la calibro 22, ha così fatto fuoco più volte, colpendo alle spalle l’imprenditore, che si è poi girato ricevendo un colpo in testa. L’uomo è stramazzato sul pavimento del pianerottolo dove è stato poi trovato dalla polizia in una pozza di sangue. È arrivata anche l’ambulanza del 118 per soccorrerlo, ma non c’è stato nulla da fare. Il pm della Procura di Napoli Nord ha contestato a Recchimurzo l’omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e dalla premeditazione.
 
FONTE: LA REPUBBLICA

(Giuseppe Di Lorenzo – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

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