Caiazzo-Caserta. Caso Battaglia: dura condanna, confisca e risarcimento per usura ed estorsione ai danni dell’imprenditore casaro
a carico di Ciro Benenati, ex gestore di una concessionaria automobilistica ubicata lungo il viale Carlo III, in territorio di Caserta, il processo per usura e favoreggiamento camorristico scaturito dalle denunce dell’imprenditore caseario Roberto Battaglia che, all’epoca, quando gestiva un’azienda bufalina in quel di Caiazzo, era stato protagonista di un’eclatante protesta, legandosi anche ai cancelli della prefettura di Caserta,
L’uomo, condannato a 4 anni, al pagamento di una multa di 12.000 euro e alle spese processuali, è accusato di usura pluriaggravata dallo stato di bisogno, dallo status di imprenditore delle vittime e di aver favorito e avvantaggiato il clan dei Casalesi, fazione Zagaria.
Insieme alle vittime, l’imprenditore Roberto Battaglia di Capua, rappresentato dall’avvocato Stefania Steri di Roma, e a sua madre Rita Fraia, rappresentata dall’avvocato Andrea Balletta, si è costituita parte civile anche l’associazione nazionale “SOS Impresa” rappresentata dall’avvocato Fausto Amato.
Battaglia, che ha operato per anni nel settore caseario, preso dalla morsa dei debiti e delle tasse da pagare, non si sarebbe piegato alle richieste del clan che diventavano insistenti con il passare dei mesi: la sua carriera nel settore lattiero-caseario bufalino, partita negli anni ’90, era iniziata come una scommessa.
Poi erano cominciate le richieste degli usurai e della malavita organizzata del casertano; in particolare in un’occasione la criminalità aveva incendiato anche la sua vettura.
A carico di Benenenati, oltre l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, è stata disposta la confisca di beni per l’equivalente di 100.000 euro e il risarcimento danni alle parti lese, da quantificare in separata sede.