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Napoli. Noto attore TV-cinematografico e ‘baby boss’ salvato due volte dall’avvocato Vannetiello

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Secondo successo in cassazione per il baby boss Mariano Abbagnara: non è provato che sia un camorrista.

In accoglimento del ricorso promosso dall’avvocato Dario Vannetiello del foro di Napoli, la Suprema Corte di Cassazione, quinta sezione penale, ha annullato la ordinanza emessa in data 15 maaggio 2017 dal Tribunale partenopeo, ottava sezione riesame, il quale aveva a sua volta confermato che nei confronti del giovanissimo Abbagnara sussistessero gravi indizi della sua appartenenza al clan D’Amico di Ponticelli.

Tale annullamento è sorprendente  perchè segue un altro annullamento disposto in data 21 aprile 2017 dalla Suprema Corte – prima sezione –  sempre in accoglimento del ricorso proposto dalla difesa in merito ad una precedente ordinanza del Tribunale del riesame di Napol, quella del 12 luglio 2016.

I supremi giudici non si sono fatti certo condizionare dall’essere stato Mariano Abbagnara  il protagonista di quelle allarmanti dichiarazioni da costui rese   nel recente film-documentario dal titolo Robinù, il cui regista è stato il noto conduttore televisivo Michele Santoro.

In quelle immagini, andate in onda, prima  nelle sale da cinema, poi sulla Rai,   come si ricorderà, il giovane Abbagnara, intervistato in carcere,  mostra entusiasmo nel ricordare i momenti in cui aveva tra le braccia un Kalashnikov, piacere che costui assimila a quello di avere tra le braccia la bellissima e nota soubrette Belen Rodriguez.

Non a caso il tema del preoccupante fenomeno della criminalità minorile è stato oggetto dell’ultimo libro di Roberto Saviano intitolato “La paranza dei bambini”.

Giovani che vanno incontro alla vita diventando padri spesso già da minorenni, ma che nel contempo brutalmente vanno incontro alla morte, generando violenza di cui spesso diventano fatali vittime.

Il processo per associazione a delinquere di stampo mafioso attualmente è in corso innanzi alla prima sezione del Tribunale di Napoli ed è entrato nel vivo del dibattimento con l’esame dei collaboratori di giustizia, con prossima udienza calendarizzata al 23 novembre .

Ma, a seguito della decisione della Suprema Corte, si dovrà a breve tenere un nuovo giudizio innanzi al Tribunale del riesame all’esito del quale appare, a questo punto, probabile il definitivo annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip in data 25 maggio 2016.

Vale anche la pena di rilevare che, grazie alle diffuse argomentazioni indicate nel ricorso dall’avvocato Vannetiello, la Corte di cassazione ha finito per privare di valore quelli che apparivano due importanti indizi : la partecipazione di  Abbaganara dell’omicidio di Carfora Giuseppe connesso al pagamento di una fornitura di droga (vicenda per la quale  già risulta essere stato condannato per omicidio alla mite pena di anni 16) e le video-intercettazioni ove era  stato immortalato con armi in pugno durante le scorribande che caratterizzavano la guerra di camorra tra il clan D’Amico ed il clan De Micco.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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