Bellona. Il Side, rifiuti nocivi incendiati: scandalo che si ‘perde’ nel pardiso fiscale del Lussemburgo?!
C’è un sottile filo rosso che unisce il caso Ilside di Bellona, oggetto di un maxi rogo doloso in questi giorni, ad una città europea: Lusseburgo.
La capitale dei paradisi fiscali e di tante società fiduciarie, tutte “schermate” per cui non è possibile risalire al nome dei proprietari se non con l’autorizzazione della Magistratura.
Ci sono, secondo indiscrezioni, delle strane inquietanti coincidenze sull’incendio della piattaforma di stoccaggio di rifiuti, situata alle porte di Caserta, su cui la Magistratura di Santa Maria Capua Vetere speriamo faccia chiarezza, e, possa, in breve tempo, arrestare i colpevoli, non solo del rogo, ma anche di chi ha mal gestito la bonifica della struttura.
La nube tossica a causa delle esalazioni ancora in atto sta avvelenando l’aria di diversi comuni limitrofi a Bellona.
Un odore acre che tuttora sta facendo tremare non solo le centraline dell’Arpac ma anche la salute dei residenti e purtroppo non quella degli autori di questo scempio, residenti sicuramente altrove.
“Ilside”, società “rl” oggi in liquidazione, dal 2007, quando è stata venduta dall’imprenditore Michele della Gatta, si è servita di tre società nella gestione del sito di stoccaggio: la prima, “Iacorossi”, che faceva capo al noto imprenditore romano Ovidio Iacorossi; la seconda, “La Gardenia”, che avrebbe fatto capo pure alla famiglia Actis, con sede legale a Roma, e la terza, “Coio”, la cui sede indovinate un po’ dove si trova?
La sede legale è in un bellissimo paradiso fiscale che si chiama Lussemburgo… dove non è possibile risalire alle persone fisiche in carne ed ossa a cui fa capo.
Secondo indiscrezioni di residenti, politici, per fortuna informazioni tutte ben documentate, anche con video, il rogo è una triste evoluzione di uno stato di luoghi, una bomba ecologica che già da tempo era stata denunciata e segnalata alle autorità giudiziarie con responsabilità di più parti.
Ma andiamo con ordine cronologico in questa brutta storia che seguiremo a puntate con una serie di documentazioni e filmati.
Partiamo da un punto cruciale, la bonifica della struttura: doveva essere fatta dalle varie società che si sono susseguite ma non è mai stata fatta e quindi il Comune di Bellona, per motivi di urgenza, avrebbe dato l’incarico alla ditta “Esogest” dell’imprenditore Sorbo, arrestato recentemente, ai “domiciliari”, per un’altra truffa, proprio sui rifiuti al Comune di Bellona.
Come sarà dimostrato dalle immagini la bonifica non sarebbe avvenuta anzi la ditta (di Casapulla) di Sorbo avrebbe presentato un conto salatissimo al Comune per altre attività.
Inoltre sarebbero poi spariti dei cassoni, venduti dalla ex Ilside che fa capo a Coio, in liquidazione, dopo il dissequestro della società.
Un video testimonia persino l’arrivo di altri rifiuti speciali che sarebbero stati scaricati impropriamente in quell’area.
Ma c’è di più: qualche testimone avrebbe visto delle persone non del posto, in due auto diverse, chiedere informazioni sulla Ilside un’ora prima del rogo.
Incendio partito proprio da quest’ultimo deposito di rifiuti, situato nella parte retrostante dalla piattaforma.
Con l’aiuto di alcuni testimoni, che da tempo sta denunciando le irregolarità avvenute in questa struttura, cercheremo di ricostruire la verità grazie anche all’aiuto dell’avvocato Pietro Romano, ex consigliere comunale di Bellona che ha presentato diverse denunce.
Ricordiamo che la Ilside è sottoposta a liquidazione e il legale rappresentante è Ferdinando Terlizzi.
(Tina Palomba – Fonte & Aggiornamenti: http://www.appiapolis.it/2017/07/13/un-filo-rosso-unisce-la-ex-ilside-a-societa-schermate-in-lusserburgo/ – News elaborata e archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)