Castel Campagnano. Dalla controversa festa della Liberazione alla ‘morte’ (economica) dell’amministrazione
Difetti (macro) dopo i confetti (micro): nel pedissequo rispetto di tale popolare, rivisitato adagio,passa dallo spolvero in pubbliche piazze (per rimarcare, chissà quanto opportunamente, la festa della Liberazione, per molti “non sinistri” solo presunta) alla necessità di riconoscere pubblicamente il tracollo (rectius: dissesto) finanziario del Comune che rappresenta (a quant’è dato sapere finora sempre negato), il sindaco Giuseppe Di Sorbo (a sinistra nella foto in alto) che molto probabilmente nel pomeriggio di mercoledì 26 aprile (prima convocazione per le ore 18.30) dovrà fronteggiare una vera (e dura) aggressione verbale dell’opposizione capeggiata dallo storico antagonista e predecessore Nicola Campagnano (a destra nella foto in alto).
Anche grazie al prezioso apporto del fidato ex vicario Scipione De Leone, confermatosi vero esperto del comparto contabile, infatti, l’ex sindaco ha prospettato da tempo la funesta evenienza, anche con pubblici murali e articoli sempre smentiti, tanto che inizialmente l’Ordine del Giorno della pubblica assise prevedeva addirittura l’approvazione del bilancio previsionale, salvo a recedere clamorosamente divulgando un secondo, contrapposto ODG finalizzato, per l’appunto, a riconoscere lo stato di irreparabile dissesto economico del municipio.
Frangente che, oltre a determinare secondo gli esperti nuove stangate per gli incolpevoli contribuenti, costretti a pagare le aliquote massime per tutti i tributi e servizi di “competenza” comunale, sconcerta in particolare un attento giovane campagnanese, “figlio d’arte” quale Ettore Campagnano (nella foto in basso), affatto condizionato dall’autorevole paternità, ma piuttosto dall’esame degli atti, studiati insieme ai tanti cittadini presenti a un pubblico incontro promosso dalla minoranza con lo scopo di chiarire ai non addetti ai lavori le cause del dissesto, nel riportare le seguenti, amare considerazioni e domande, secondo le immancabili male lingue destinate a rimanere senza (esaurienti e soddisfacenti) risposte:
Signor Sindaco, in maniera civile, in qualità di preoccupato contribuente di questo ente, le porgo alcune domande:
1) Con un manifesto del 4 marzo 2017, la minoranza aveva paventato il rischio praticamente certo di dissesto di lì a poco.
Sono seguiti innumerevoli suoi commenti e dichiarazioni atti a sconfessare e sbugiardare tale tesi (ricordiamo tutti IMBROGLIO 1, 2 , 3 …. fino a IMBROGLIO 12).
Allo stato attuale delle cose, lei convoca il consiglio proprio per la dichiarazione di dissesto…
Ebbene: cosa è successo nel frattempo?
Si è reso conto che aveva ragione la minoranza?
Non pensa che la sua credibilità di amministratore ne esca decisamente indebolita?
Lei precisa che l’amministrazione non cade… ineffetti la legge non prevede le dimissioni dell’amministrazione dichiarante dissesto… ma in tal caso, esse rappresenterebbero un atto di umiltà, ammissione di debole capacità amministrativa, e rispetto nei confronti dei cittadini, i quali, oltre ad essere stati male amministrati, si ritrovano a vivere il paradosso che la co-gestione (insieme al commissario, meno male!) del dissesto, e soprattutto del riassetto organizzativo del post-dissesto (cosa ben più complessa) avvenga proprio “a cura” di chi lo ha provocato.
2) Lei scrive che il commissario si occuperà della situazione debitoria al 31 dicembre 2016 (secondo quanto dichiarato dalla minoranza in base agli atti del revisore dei conti, si parla di almeno un milione di euro!).
Il grosso di questo milione, per il quale si sta per dichiarare il dissesto, si è costituito a decorrere dal 2014, poiché, come si evince dagli atti del Comune citati dalla minoranza, nel 2014 è avvenuta la ripulitura dei debiti e delle previsioni di entrate non certe degli anni precedenti (per l’ammontare di circa 1.500.000 euro) spalmandone la restituzione in trent’anni con una spesa annua di circa 60.000 euro…
Insomma, pur ripartendo da zero, è stato necessario dichiarare dissesto per la gestione amministrativa di soli 2 anni?
3) Il 31 marzo 2017 la giunta comunale, riunita al completo, ha approvato uno schema di bilancio (delibera N.019 del 31.03.2017 , accessibile a tutti consultando l’archivio dell’albo pretorio online), che recita testualmente alla pagina 3: “il bilancio di previsione finanziario è deliberato in PAREGGIO finanziario complessivo per la competenza”.
Più avanti , alla pagina 4, recita: ” il fondo di cassa finale presenta il seguente risultato : € 58.087,86, pertanto è rispettato il disposto di cui al richiamato art . 162 comma 6, primo periodo, relativo al SALDO FINALE NON NEGATIVO” .
Tale delibera ha ricevuto il parere NON FAVOREVOLE del responsabile amministrativo, sia in merito alla regolarità tecnica che contabile (pagina 9), parere a cui si uniforma la segretaria comunale.
Il revisore dei conti, che ha poi analizzato tale schema di bilancio (secondo quanto mostrato dalla minoranza in base alla relazione del revisore), ha sottolineato numerose irregolarità di tale schema approvato in “pareggio”, dichiarando che tale obiettivo sia stato “ARTIFICIOSAMENTE” raggiunto .
Il 20 aprile 2017, come fulmine a ciel sereno, il presidente del consiglio comunale, convoca l’organo per deliberare il dissesto finanziario.
Come cittadino e, ripeto, preoccupato contribuente di questo ente, rimango sconcertato, e mi chiedo: è possibile affermare tutto e il contrario di tutto con tanta disinvoltura e senza conseguenze?
Quale credibilità si può avere di fronte alla comunità?
In qualità di medico, se oggi visito un paziente e certifico che ha subito una frattura del femore, e un paio di giorni dopo, certifico che lo stesso paziente gode di ottima salute, perdo ogni credibilità e rischio la radiazione dall’ordine dei medici per essere venuto meno al dovere della verità…
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