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Attualità

Alvignano. La Stazione dell’Alifana abbandonata al suo destino. Isolata e senza luce. Il luogo è pericoloso di notte

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Eppure in quella piccola stazioncina fermano ancora una ventina di treni non ultimo quello delle 21,25 che proviene da Napoli…

È in stato di totale abbandono e soprattutto completamente al buio la piccola stazione ferroviaria di Villa Ortensia dell’ex Ferrovia Alifana, ricadente nel territorio di Alvignano e attualmente gestita dall’Eav. La fermata, così come tante altre è oramai da tempo incustodita e manca anche dei minimi requisiti di sicurezza, tra cui quelli dell’illuminazione per garantire la sicurezza, particolarmente indispensabile in quella stazioncina alla periferia di Alvignano, dove comunque, tra andata e ritorno, fermano 19 treni al giorno, ultimo quello delle 21 e 25 proveniente da Napoli. La fermata fa parte della tratta della linea ferroviaria che corre da Piedimonte Matese a Napoli e viceversa attraverso i comuni di Alife, Dragoni, Alvignano, Caiazzo, Piana di Monte Verna, Sant’Angelo in Formis, per poi collegarsi con la linea statale, a Santa Maria Capua Vetere, per raggiungere il capoluogo partenopeo. Una fermata, quella di Villa Ortensia, che raccoglie i passeggeri di diverse frazioni, tra cui Moleta, Pratillo, San Salvatore, Miglio 25, Spinosa, Olivella e Sagliutella, ubicate tutte del comune di Alvignano. Con questo ulteriore disagio si conferma il continuo e costante stato di incuria per un servizio pubblico che, appena pochi anni fa, trasportava circa settecentomila viaggiatori all’anno, atteso che usufruiscono di quel tratto autoferrotranviario gli abitanti di circa cinquanta comuni della parte orientale dell’Alto Casertano. La linea ferroviaria in questione, il cui nome deriva da quello dell’area della pianura Alifana, fu ideata fin dal 1888, per poi entrare in funzione a scartamento ridotto (950 mm) il 5 ottobre 1914. La seconda guerra mondiale portò parecchi danni alla ferrovia tanto che solo il tratto dell’Alifana bassa fino a Santa Maria Capua Vetere, riuscì a essere rimesso in esercizio in breve tempo, mentre la tratta alta rimase interrotta per parecchi anni. I lavori di ripristino per la tratta alta iniziarono il ottobre 1952 e si conclusero con l’inaugurazione del 4 aprile 1963. Si volle quella linea ferroviaria perché doveva fare da volano per la rinascita dell’intero Matesino e Formicolano. E da allora un continuo incrementarsi di passeggeri con, a fare da contraltare, una sempre minore attenzione verso quella tracciato autoferrotranviario. Diversi anni fa la denominazione in Metro Campania Nord Est e la promessa della sua elettrificazione e la conseguente trasformazione in linea metropolitana, mai attuata. Al momento si riscontrano pochissimi interventi con una mancanza anche di quel minimo indispensabile per il suo funzionamento.

(Francessco Papa – Lo Strillone – News archiviata in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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