Dragoni. Ponte Margherita, grave denuncia del comitato: ‘Lavornia mente sapendo di mentire’
Ritorna alla ribalta l’argomento “Ponte Margherita”.
Tuona il presidente facente funzioni della Provincia di Caserta Silvio Lavornia che riprende la via del terrorismo mediatico: “struttura viaria pericolosa e a rischio crollo” anche se le modalità di chiusura sono state ridicole perché ad oggi effettivamente si passa ma non si passa.
Via necessaria quella del terrorismo mediatico proprio perché adesso c’è bisogno di giustificare i lavori di messa in sicurezza che stanno per essere avviati nonostante il fatto che il Comitato Pro Ponte abbia dimostrato, a proprie spese, che le problematiche su cui intervenire sono ben altre e che il viadotto potrebbe essere immediatamente riaperto senza sperpero di denaro pubblico.
Addirittura l’operato degli operatori economici del territorio, ormai con l’acqua alla gola, è stato definito “opera di disturbo” dal presidente facente funzioni che vuole apparire oggi come il salvatore della Patria.
“Nell’appellarsi al ‘senso di responsabilità e alla ragionevolezza -dichiarano i componenti del Comitato pro Ponte- il presidente Lavornia continua a mentire sapendo di farlo e continua a voler puntare su lavori che non servono”
Offende l’intelligenza delle persone -continuano- quando parla ancora una volta di un ponte a rischio crollo e nel contempo dichiara che ‘nel giro di qualche giorno si potrà riaprire almeno una corsia del ponte‘: dunque crolla o non crolla?”
Un Ente Provincia che oggi prende le distanze dal dirigente che ne ha ordinato la chiusura e che prende le distanze anche dalla Regione Campania, sperando che “procedano con solerzia” per i permessi necessaria per l’inizio dei lavori.
Un Ente Provincia che non si assume nessuna responsabilità ma a questo punto la domanda è necessaria: se non è colpa della politica, cos’ha fatto la politica per farlo riaprire?
Con prepotenza Lavornia incoraggia: “Ancora qualche giorno di pazienza”.
Ci si appella al senso di “responsabilità e alla ragionevolezza”, ma quale responsabilità e quale ragionevolezza c’è stata da parte di chi doveva tutelare gli interessi dei cittadini tutti e dunque approfondire le indagini e provvedere con sollecitudine a ridurne il transito al posto di chiudere il viadotto senza necessità, come ben si evince dal Certificato di transitabilità rilasciato dalla società di Bolzano che ha effettuato le prove di carico.
“Evitare scontri, polemiche e veleni che rischierebbero solo di bloccare”: questo si legge nel comunicato della Provincia; “questo altro non è che un ricatto morale che ha il chiaro intento di intimidire tutti i cittadini che ormai sono a conoscenza della verità” dichiarano i componenti del Comitato Pro Ponte.
“Fermarsi proprio ora che ci troviamo ad un passo dal traguardo” ancora si legge.
Ma di quale traguardo stiamo parlando?
Forse di quel nastro di cui il Comitato parlava qualche tempo fa, il nastro che il facente funzioni si sta apprestando a tagliare per appuntarsi qualche medaglia al petto.
“Folli” ed “irresponsabili” infine lo sono stati tutti coloro che ormai più di un anno fa hanno chiuso un ponte in maniera illegittima e che oggi hanno bisogno di coprire e giustificare scelte scellerate perché coscienti che dovranno pagare i danni alle attività economiche del territorio, “fino all’ultimo centesimo”, fanno sapere dal Comitato.
Operatori economici ormai portati all’esasperazione dal vedere le proprie aziende morire giorno per giorno a causa dell’incapacità altrui.
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