Caiazzo. Opere Pie, come volevasi dimostrare: via libera alle speculazioni, ma ‘solo’ secondo le male lingue!
Il Comune caiatino non ha approfittato del diritto di prelazione e ora la Regione ha previsto la vendita dell’intero complesso immobiliare.
Quale “alibi” migliore di un ente squattrinato per motivare il disinteresse, da parte del Comune, a preservare per i posteri l’ingentissimo patrimonio immobiliare ma anche storico, culturale, religioso e soprattutto affettivo per tanti, non solo caiatini, di quel che resta delle Opere Pie Riunite, dando così, sia pure implicitamente, via libera agli speculatori di turno che, vox populi, grazie alla rinuncia del Comune caiatino ovvero dei pochi che (tacendo) così hanno voluto, potranno manifestare alla Regione subentrante l’interesse a rilevare il tutto, ovviamente “per affare”, soprattutto se attraverso una coop dell’ambito sociale Caserta 4.
Sarebbe questa, in estrema sintesi, sempre secondo le male lingue, la “sorte segnata” per l’enorme complesso immobiliare, in gran parte rientrante nel centro storico e in zone agricole, la destinazione delle quali, sempre vox populi, potrebbe essere casualmente mutata in sede redazionale del PUC, Piano Urbanistico Comunale che dovrebbe essere varato entro pochi mesi.
Vero è che in prima istanza l’interesse potrebbe essere manifestato solo dai Comuni o altri enti pubblici dello stesso ambito, ma lo è altrettanto che, coi tempi che corrono, se effettivamente il Comune di Caiazzo non era in condizioni (ma neanche ha tentato di coinvolgere la popolazione, almeno per essere supportato nella decisione) è davvero arduo pensare che altri enti locali possano disporre di tanti soldi (ma anche pochi) e soprattutto possano avere interesse a sborsarli per appropriarsi di terreni e immobili, peraltro fatiscenti, ricadenti in un ambito comunale.
Ancor più fa riflettere (sempre le male lingue) il silenzio in cui è andata avanti la procedura, non solo da parte della maggioranza, ma anche dell’opposizione, sempre pronta a contestare ogni errore degli antagonisti, ma che stranamente finora avrebbe ignorato tale (dicono”) orrore…
Prima di Natale comunque tutto dovrebbe essere chiaro, cioè si dovrebbe giocare “a carte scoperte” atteso che l’interesse (eventuale) da parte dei Comuni dovrà essere manifestato entro il mese di novembre, dopo di che, come già anticipato dalla Regione, avranno via libera i privati, sempre eventuali e sempre che si rivelasse anche stavolta veritiera la famosa affermazione del compianto statista Giorgio Andreotti, secondo il quale “a pensar male si fa, si, peccato, però il più delle volte ci si azzecca!“…
Senza ovviamente pensar “male” se davvero nessuno che conta (o contava) al Comune di Caiazzo ha mai tentato di sfruttare gli ingenti finanziamenti comunitari previsti per il restauro di emergenze architettoniche come, ad esempio, accaduto per il castello della vicina Limatola, o per altri grosso complessi immobiliari cadenti, ovviamente appannaggio di privati… chi ha detto “di sinistra”?
Cliccare su una delle foto per scaricare il “decreto” regionale
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