Alvignano. Di Costanzo ‘incastrato’ dalla Porsche con cui da poco girava, pur essendo notoriamente indebitato?
Dirompenti dichiarazioni di un imprenditore escluso da un appalto indetto dal Comune di Alvignano,
sembrano evincersi da una più attenta lettura del corposo dossier sul quale si basa l’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto in carcere di tredici tra imprenditori e politici e sette ai domiciliari.
In particolare un imprenditore del matesino, molto noto anche ad Alvignano, avrebbe raccontato ai Carabinieri che nel 2013 aveva partecipato alla gara per l’appalto dei rifiuti, vinta da Termotetti, ed in quella circostanza l’azienda di Imperadore doveva realizzare anche un’isola ecologica.
Però. avrebbe aggiunto l’imprenditore-vittima: “l’area indicata dalla Termotetti per l’isola ecologia non era del comune di Alvignano, ma un terreno agricolo di un privato quindi non idoneo all’ubicazione di un’isola ecologica”.
Non è tutto perché sempre secondo il denunciante: “ll Comune di Alvignano era stato destinatario di un finanziamento regionale proprio per la costruzione di un’isola ecologica; conoscevo molto bene i rapporti tra Di Costanzo e i vertici della Termotetti.
Dopo l’aggiudicazione della gara d’appalto, Di Costanzo e la moglie hanno iniziato a circolare con un’autovettura Porsche di rilevante valore commerciale.
La cosa mi aveva insospettito perché Di Costanzo si troverebbe in difficoltà economica, tanto da aver chiesto in prestito somme di denaro a persone del paese”.
Poi la dichiarazione che ha dato il la alle indagini, quando il testimone spiega che “La tariffa che gli imprenditori offrono ai politici è del dieci per cento delle commesse”.
Quindi scattano le indagini da parte di Carabinieri e Guardia di Finanza che ricostruiscono i rapporti tra la Termotetti e, parrebbe, quasi tutti gli amministratori dell’alto Casertano.
Oltre i venti già noti, infatti, ci sarebbero almeno altri 15 indagati per un totale di trentacinque, numero che ovviamente potrebbe lievitare proprio in relazione a quanto emergerà dalle indagini.
All’appello, pertanto, mancherebbero almeno altri quindici nominativi a carico dei quali presumibilmente saranno adottati ulteriori provvedimenti restrittivi, tanto che, nel corso della conferenza stampa conclusiva del blitz, il Procuratore capo della Repubblica, Antonietta Troncone, si è spinta a dichiarare: “Le indagini non sono per niente terminate…”.
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