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Caiazzo. Addio a Nino Marcuccio: si è fermato per sempre il cuore dell’incomparabile ‘professore’

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marcucci-grasso-466x311ADDIO-NINO-listone-1-466x310Si è conclusa alle ore quattro di martedì 31 agosto 2016 l’esperienza terrena, ricca quanto proficua per la comunità e la famiglia,di Giovanni Marcuccio, che aveva compiuto 82 anni il 26 luglio, in seguito all’acuirsi di una crisi espiratoria che già da qualche settimana ne aveva imposto il ricovero presso il reparto di terapia intensiva del  nosocomio casertano, ove purtroppo, nonostante ogni attenzione, alla fine anche i sanitari hanno dovuto arrendersi.

Data evidentemente non casuale, come vedremo più avanti, quella del decesso e soprattutto quella dei funerali del compianto, esempio raro, se non unico, di un Uomo politico che se ne è andato con le mani pulite, senza mai aver beneficiato in alcun modo, neanche per i propri familiari, del potere che per vari decenni si era comunque trovato a gestire, in particolare grazie all’incondizionata fiducia e stima sempre meritata da quello che per molti è stato l’ultimo grande sindaco di Caiazzo: il dottore Giuseppe Cervo, proprio come Marcuccio, destinato a essere sinceramente compianto da quanti, per l’uno o per l’altro verso, hanno avuto la ventura di conoscerli e apprezzarne le più svariate doti ma soprattutto la loro grande umanità.

Ma anche da altri sindaci, e non solo.

marcuccio-15x12-piatto-pro-loco-14marcuccio-15x8-fiore.pro-loco-12Oltre che per decenni impeccabile pro sindaco e assessore versatile, che ha dato lustro al comprensorio caiatino soprattutto nel comparto culturale-turistico, infatti, non a caso Giovanni Marcuccio, per gli amici (cioè per tutti!) Nino, ovvero “il professore”, ha guidato in modo irreprensibile quanto proficuo l’associazione Pro Loco per vari lustri, fin quando il Signore gliene ha dato la forza, restandone comunque presidente emerito, o meglio onorario, da circa un anno, in seguito a problemi fisici che gradualmente ne hanno minato l’incedere e quindi la pur tenacissima fibra.

 

Chi fra i meno giovani caiatini ha potuto dimenticare, ad esempio, gli incomparabili spettacoli anche con dozzine di vedette internazionali che tenevano banco d’estate, negli ultimi decenni dello scorso secolo, al largo Fossi oppure i premi letterari e poetici di caratura nazionale che richiamavano nella sua amata Caiazzo (del buon vivere reale, anche se non ancora “inventato”) decine di migliaia di spettatori, anche da regioni lontanissime?

marcuccio-teatro+458x200Per non dire delle tante opere messe in scena dalla sua grande creatura teatrale: il “Gruppo” della Pro Loco, e in particolare di quelle dovute al talento che lo vedeva accomunato a Corrado Grasso (insieme nella foto in alto a sinistra) nella produzione di esilaranti commedie, anche in vernacolo, destinate a perpetuarne la memoria, alla stregua delle innumerevoli opere d’arte dovute all’estro pittorico del nostro, come a quello poetico e letterario, anche se la sua Caiazzo poco o niente ha fatto per favorirne la promozione…

 

 

Beccidio-15x13-masseria-dipinto+,marcuccio-11-466x319asti pensare alla tela commemorativa dell’eccidio di tango-caiazzo1+2-466x327Monte Carmignano, colpevolmente abbandonata alle intemperie, nel cimitero, ma da noi opportunamente immortalata e conservata preziosamente insieme alla doppia copertina per un disco (Tango di Caiazzo) composto da un lettore emigrato, espressamente disegnata dal compianto per la nostra emittente-rete web, che conserva gelosamente l’opera musicale come quella pittorica.

 

 

 

 

jovinelli--old+locandina-388x466E le edizioni migliori del “defunto” Festival Iovinelli, dopo il ritiro, più o meno forzato, del nostro, relegato a premio che addirittura neanche sarebbe venuto a ritirare qualcuno dei “soggetti” individuati dopo “l’era” Marcuccio?

 

E i film prodotti e diretti dal nostro, con tantissimi personaggi e interpreti locali spesso “scoperti” proprio da lui, sempre promozionali del comprensorio, come “La Strega di Frasso” e “Il matrimonio com’era”, premiato dalla “Rizzoli Grandi Opere” come migliore “docu-film”, pare addirittura di un decennio?

 

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Ma il meglio del proprio vigore il compianto Nino Marcuccio lo ha speso forse per l’ottimale organizzazione delle migliori edizioni della Fiera della Maddalena, ripresa dopo decenni di colpevole abbandono proprio per ferma volontà sua e del citato sindaco Giuseppe Cervo, insieme al quale ne annunciò il rilancio proprio dai microfoni di un’altra creatura diventata famosa negli ultimi lustri del secolo scorso, proprio grazie alla straordinaria direzione del compianto: la radio libera di Caiazzo, ufficialmente nata (guarda caso) il primo settembre di quarant’anni fa, anche se i primi, clandestini “vagiti” solcarono l’etere, raggiungendo le case (e le macchiine) di tantissima gente, sulle prime incredula, anche delle regioni limitrofe, sin dal 14 luglio dell’ormai lontano anno 1976.

radio-caiazzo-margherita-3576-300x200marcuccio-pro-loco-sede-300x200Coincidenze -dicevamo- forse sintomatiche non tanto della grande sofferenza di chi scrive per la scomparsa di colui il quale, oltre a essere stato suo grande amico e maestro di vita per tanti decenni, fu incomparabile direttore, fin dal sorgere, prima della Radio (il cui palinsesto veniva pubblicato anche da settimanali famosi come “Sorrisi e Canzoni”), poi di Teleradio (Diocesi) Caiazzo, emittente televisiva locale fondata e retta con tantissimi sacrifici di pochi; resistita per anni agli attacchi, non di rado subdoli, di politicanti infimi perché si sentivano attaccati -anziché spronati- soprattutto grazie alla tenacia e lungimiranza di monsignor Angelo Campagna, unico vescovo ad aver preferito Caiazzo. ove spesso lo si vedeva passeggiare come un comune cittadino, ad Alife e Piedimonte Matese, convinto come il suo fidato vicario monsignor Giulio Farina che “la buona novella” si dovesse “predicare anche dai tetti” perché consapevoli della potenzialità dei nuovi media, forse assai più dei successori che gradualmente hanno decretato la “morte” della televisione prima; della radio, pare, recentemente, sempre che Qualcuno non illumini dall’alto qualcun altro, altrimenti votato -per voce di popolo- prima alle “filippiche” dai pulpiti, ormai inaudite anche dalle persone inferme che per decenni avevano potuto beneficiarne grazie alla “voce” donata alla parrocchia, poi all’oblio più totale, nonostante il desiderio espresso da tanti giovani pronti a contribuire al suo rilancio per tenerla in vita anche nelle fasce orarie in cui non si svolgono funzioni.

Ferma restando la grande opera di penetrazione mediatica giornalmente attuata, sin dall’anno 1992 dal sito web nato proprio dalle ceneri della rete radiotelevisiva di cui Caiazzo si è rivelata indegna.

marcuccio-nino-brinda-200x300marcuccio-nino-1-200x300Il caso ha voluto comunque che i funerali di Nino Marcuccio, indimenticabile anche per i tantissimi allievi amorevolmente guidati per decenni nei vari plessi scolastici locali, fossero celebrati nel duomo (ove sarà allestita la camera ardente quando, intorno a mezzogiorno di giovedì, la salma arriverà Caserta), ubicato nella stessa piazza in cui ha sede la “sua” Pro Loco, proprio il primo settembre, ricorrenza non solo del quarantennale della nascita delle emittenti radiotelevisive locali di cui -bando all’umana ipocrisia- quanti si sono ritrovati nelle stanze cosiddette dei bottoni hanno sempre dimostrato di preferire l’oblio, ma anche giorno in cui è programmata l’inaugurazione della prima e speriamo ultima edizione settembrina della fiera.

Circostanza, quella del rinvio, evidentemente gradita soprattutto da quanti, nei comprensori limitrofi, hanno potuto spadroneggiare nel più proficuo lasso di fine luglio, anche se a discapito di chi organizza nel caiatino altre iniziative proprio nei quattro giorni in cui è stata rinviata la “fiera”.

Che pure avrebbe potuto nuovamente rinviarsi, o meglio annullarsi, proprio in ossequio al defunto suo rifondatore e motore trainante, anche senza rinunciare a convegni e spettacoli vari che in qualche modo potevano dedicarsi proprio al ricordo del grande Nino, magari quale viatico per promuovere nelle future edizioni -mutatis mutandis- un Premio annuale a Lui dedicato, facendo così rinascere anche il festival Jovinelli.

Addio professore: noi preferiamo ricordarti così: allegro e sorridente, perché cordiale davvero, ma anche straordinariamente serio…

Nel tristissimo frangente, ai familiari tutti, il sentito cordoglio della redazione e quello particolare di Gianni Gosta.

(News ripetutamente integrata con suggerimenti dei lettori e archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

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