Caiazzo. Strade provinciali pericolose: il sindaco critica la Provincia ma neanche stavolta si avvale del ‘potere sostitutivo’?
In seguito all’ennesimo, molteplice schianto verificatosi a Ferragosto lungo il tratto comunale di via Roma,
avvallato e pericolante anche per il conseguente distacco di “sampietrini”, la civica amministrazione caiatina è intervenuta, stigmatizzando le deficienze della Provincia, arcinote in particolare per la manutenzione stradale, fatto salvo lo zelo, per tanti eccessivo, palesato per la situazione in cui versa il non lontano ponte “Margherita”, la chiusura del quale ha determinato il totale stravolgimento, anche della vita commerciale dell’intero circondario, dalle male lingue inserite nell’albo d’oro della serie “mors tua, vita mea“, con il seguente comunicato:
Manto stradale di via Roma in condizioni pietose, il sindaco Tommaso Sgueglia richiama la Provincia alle proprie responsabilità e chiede un intervento immediato di ripristino della praticabilità del tratto in sampietrini dell’arteria provinciale che attraversa il centro urbano.
Alla luce degli ultimi casi di danneggiamenti alle auto che transitavano lungo il capoluogo caiatino, verificatisi non ultimo nella giornata di Ferragosto quando un paio di vetture dirette verso il Matese, hanno rotto le coppe dell’olio sul fondo sconnesso della provinciale, il primo cittadino ha trasmesso all’amministrazione provinciale una richiesta di riparazione della strada dove si sono create delle vere e proprie dorsali al centro della carreggiata con tanto di avvallamenti che mettono a dura riprova braccetti, cuscinetti, semiassi e ruote delle automobili in transito.
Quelle più basse sono soggette alle maggiori sollecitazioni con la parte sottostante del vano motore che sovente impatta sul fondo sconnesso della strada e sulla pavimentazione in sampietrini che si è letteralmente deformata.
A seguito della rottura delle coppie dell’olio alle vetture coinvolte nell’ultimo fine settimana e del conseguente riversamento del lubrificante sul manto stradale, sono caduti anche alcuni motociclisti, tra cui un noto pizzaiolo caiatino, che hanno riportate ferite ed escoriazioni varie, fortunatamente non gravi.
Da qui l’iniziativa del sindaco Sgueglia di sollecitare l’intervento della Provincia, sulla base anche di una relazione di servizio della Polizia Municipale che ha accertato i sinistri stradale, ne ha accertato cause e conseguenze negative per coloro che vi sono rimasti coinvolti.
“Il cattivo stato in cui versano le strade provinciali è sotto gli occhi di tutti –dichiara Sgueglia- tanto che le diverse arterie di competenza provinciale che attraversano il territorio del nostro comune, sono colabrodo e fonte di pericolo costante per gli automobilisti.
Basti pensare al fondo sconnesso e agli avvallamenti che presentano le strade, all’erba alta diversi metri che non viene sfacciata da oltre un anno, tranne qualche maldestro tentativo che ha finito per lasciare le erbacce sull’asfalto così da costituire ulteriore rischio per la circolazione veicolare, e alle cunette e ai fossi stracolmi e pieni di rifiuti che non vengono ripuliti da tempo e, stracolmi come sono, al minimo accenno di pioggia, si riversano sull’asfalto fino ad inondarle come accaduto di recente.
Una Provincia senza soldi che non garantisce più alcun servizio minimo, per non parlare dei suoi amministratori sordi ed assenti”.
Fin qui il comunicato e la nota del sindaco, il quale però, pur riconoscendo il contingente, serio pericolo per la pubblica e privata incolumità, su un tratto stradale cittadino, sembra aver dimenticato ancora una volta il potere sostitutivo che possiede (e quindi gli compete) in virtù della carica di autorità locale di pubblica sicurezza, in “forza” del quale, come già sottolineato dal collega di un altro Comune per un palo telefonico seriamente pericolante lungo la strada interna che da Caiazzo porta a Castelcampagnano, in tali accertati frangenti, ogni sindaco ha il potere (o dovere?!) di intervenire ad horas, previa diffida all’ente primo responsabile, ma inadempiente, per far rimuovere ogni situazione di accertata pericolosità, per poi imputare ogni spesa proprio all’ente di cui, nonostante i solleciti, giusta diffida, è comprovabile la perdurante ‘inadempienza.
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