Ailano. ‘Spopolano’ sul web i’Tapandos’, ma sono ‘irriverenti’?

e, ai pomeriggi trascorsi ai tavolini del bar in piazzetta, si deve trovare un’alternativa.

Fino al giorno in cui l’idea balena improvvisa e, se il gruppo di amici è affiatato, come dire, sulla stessa lunghezza d’onda goliardica e scanzonata, il gioco è fatto e il click pure.

Si chiamano “Tapandos” e, solo per il momento, equivalgono a oltre 11.000 “like”, made in Ailano.

Potrebbero essere la risposta casertana a Made in Sud e, chissà, sbarcare sul palcoscenico del programma più trendy di mamma Rai in questo momento.

Al limite del trash, ricordano gli Squallor ma si cimentano anche in scherzi telefonici ad amici e parenti.

Una comitiva, anzi, in termini ironici, una banda di matti, tutti dell’Alto Casertano che hanno ad Ailano la loro base operativa.

Lì hanno girato il videomusicale “Zoccole” e il titolo è tutto un programma.

Provocatorio e, sotto certi aspetti, scurrile ma vincente sul web.

Perché le regole dei Social sono diverse da quelle dei romanzi d’appendice.

Stupire, sbigottire, esagerare, insomma sbracarsi, in rete, è consentito.

Si rischierebbe di essere matusalemmi a non riconoscerlo.

Sul web, si sa, il perbenismo è decisamente out.

Siccome, infine, la loro notorietà è destinata a crescere, eccoci a scrivere di loro e di tre minuti che sono da mettersi le mani nei capelli e ridere.

Loro sono Domenico Lanni, voce, Michele Cardillo,bassista, Fabio Antignani, batteria, Pino Longo, chitarrista.

Ma poi ci sono i piccoli Tapandos, cioè il resto della banda che, secondo le situazioni e le trovate, rinfoltiscono il gruppo, come Luca Vallo che nel video si è travestito da donna.

Questi ragazzi, in realtà, sono una band musicale. Suonano per passione e divertimento.

Lo fanno, peraltro, in un luogo dove la musica è di casa.

Ailano è famosa per avere una tradizione bandistica molto antica e ormai nota anche fuori regione.

Ora, visto che questi ragazzi sono intelligenti e strafottenti, l’hanno pensata proprio bene.

Non hanno preso in giro solo le donne e, intendiamoci, il diritto di satira vari conosciuto anche sotto forma di canzoncina.

Hanno fatto marameo a una certa forma di essere, di apparire, di atteggiarsi, non femminile ma neutro.

Sì, neutro, cioè di entrambi i sessi, e proprio di quella mentalità di chi non prende posizione.

Non c’è da nasconderlo: un modo di pensare provinciale nel senso negativo del termine.

“Zitto zitto in mezzo al mercato” dice un proverbio. Anzi no, in mezzo a una piazza.

C’è chi gioca con le strofe e chi con le parole. Tapandos significa anche scherzi, non si salva nessuno.

Avvistarli in paese potrebbe significare “gatta ci cova”.

Telefonate surreali, tutte caricate su Youtube dove la band ha un proprio canale.

Ormai li conoscono. Lo squillo potrebbe nascondere la trappola, cioè le chiamate tapande.

Male maggiori polemiche sono nate sul video.

C’è chi ritiene quelle parole indecenti, chi se la ride, chi si interroga.

Però si parla, si commenta ed è ciò che conta, ciò che si definisce fenomeno social.

Ci saranno donne altrettanto ironiche e goliardiche da lanciare una sfida?